Creare una valuta parallela per contrastare la crisi economica?
Se ne sente parlare già da un po’ riguardo l’ipotesi di una moneta Coronavirus che possa far fronte al complesso problema economico del Paese. L’idea sarebbe quella di immettere una valuta nel circuito nazionale da affiancare all’Euro. Questa sembrerebbe – di fatto – una formula non contraria ai trattati Ue, in quanto non menzionata.
Ma dall’ipotesi si passa ai fatti (se pur circoscritti in piccoli Comuni). Così in Molise nasce la prima moneta Coronavirus: il “Ducato”
Siamo a Castellino di Biferno, piccolo paesino del Molise. Qui il Sindaco Enrico Fratangelo “conia” una moneta che chiama: “Ducato” (con palese nota nostalgica che riporta al lontano regno borbonico).
Ma Fratangelo pensa anche oltre e dichiara di essere pronto a varare il “Borbone bond”.
Intanto banconote plastificate da 20 e 50 Ducati, sono state già distribuite ai cittadini più bisognosi. Queste ritraggono immagini religiose e lo stemma del paese (in una di esse è riportata perfino l’immagine del Sindaco).
Ma è legale questa moneta Coronavirus? A quanto pare sì
Ai Comuni è permesso emettere valuta nel circuito economico della propria circoscrizione, al fine di promuove la cura, gli interessi e lo sviluppo del paese. Per cui il “Ducato” di Fratangelo è stato adottato dal Comune con decreto sindacale del 17 aprile 2020. Facendo seguito al regolamento comunale che cita il Regio Decreto del 1831 di Re Ferdinando II di Napoli.
E quanto vale un “Ducato” e come funziona?
Il valore del “Ducato” è pari all’Euro ed è stato consegnato – per ora – alle famiglie più bisognose. Queste potranno usufruirne per acquistare beni di prima necessità in negozi convenzionati dal Comune. Di seguito gli esercenti riconsegneranno le banconote alle casse comunali e otterranno il valore corrispondente in Euro.
Sparsa la voce, anche nel Cilento viene adottata la strategia della moneta Coronavirus
Così a Santa Marina, un piccolo centro sul Golfo di Policastro, il Primo Cittadino Giovanni Fortunato “conia” banconote comunali per 100 mila euro. Tale moneta viene utilizzata come buono spesa e dedicata anche qui alla fascia di cittadini più bisognosi. Sono stati stampati tagli da 50 Centesimi, 1 Euro, 5 Euro e 10 Euro, tutti stanziati con fondi comunali. Tali buoni saranno utili all’acquisto di mascherine, guanti, kit tampone e generi alimentari. Inoltre Fortunato vorrebbe renderli validi anche per gli affitti degli alloggi del personale sanitario.
Anche la moneta Coronavirus cilentana riporta immagini dei luoghi significativi del paese. Questo per: “sentirsi più uniti ” dice Fortunato. Ma c’è anche altro…
Infatti il Sindaco di Santa Marina non manca di aggiungere un certo livore verso l’Europa, sottolineando:
La stampa di queste “banconote” è anche una provocazione all’Europa che ci ha completamente abbandonati. L’Italia farebbe bene a lasciare l’Euro e tornare alla Lira, solo in questo modo si solleverebbe il Paese
Ma tale “commento sovversivo” tocca oggi un tasto dolente, specialmente in questo momento storico unico e difficile. L’immissione di una moneta Coronavirus parallela sarebbe forse fattibile in piccoli Paesi come Castellino del Biferno o Santa Marina. Ma per un’intera Nazione il discorso è decisamente più complesso.
C’è da chiedersi se, a seguito di queste piccole iniziative comunali, si sia però creato un precedente
Per ora questa impresa resta circoscritta in piccoli Comuni. Forse – se indirizzata verso un effettivo aiuto ai cittadini in difficoltà – sarebbe anche un buon metodo di sostentamento del piccolo paese. Ma necessario è non scendere mai a facili conclusioni. I meccanismi economici su larga scala richiedono infatti azioni molto più elaborate e incisive.
E se questa “moda” della moneta Coronavirus dilagasse? Beh, in tal caso: che ogni Comune si renda provvisto di veloci stampanti. Con buon fine di risollevare le redini del proprio paese… O anche solo per la soddisfazione di vedersi ritratti su di una banconota.
Sabrina Casani