Che il numero reale di morti da coronavirus in Cina fosse ben più alto rispetto ai dati ufficiali fin qui diffusi, era opinione condivisa da molti, sia nel paese che all’estero. Ora, dopo settimane di ipotesi e speculazioni, lanciate soprattutto da alcuni organi di stampa locali, arrivano le prime conferme. Rivisti al rialzo vittime e contagi.
3.869 VITTIME
Nella città dove tutto ha avuto inizio, con i primi casi di polmonite a inizio dicembre, le persone che hanno perso la vita a causa del covid 19 sarebbero non 2.579, come le autorità locali avevano detto fino a poche ore fa, ma 3.869. Il numero di morti da Coronavirus a Wuhan è quindi più alto del 50 per cento rispetto a quanto creduto finora. Ad essersi contagiate sarebbero state 50.333 persone. Il dato nazionale sale a 4.632 morti con oltre 82 mila contagi.
La task force di prevenzione e controllo ha spiegato che il ricalcolo è stato possibile, incrociando i dati acquisiti da ospedali, polizia e agenzie funebri. In questo modo sarebbero entrate nel conteggio 1.290 persone che in una prima fase non erano state censite nell’elenco delle vittime.
Un modo per tentare di fugare i dubbi sulla sincerità del governo cinese e smentire qualsiasi tentativo di insabbiamento. L‘enorme numero di urne cinerarie consegnate nelle scorse settimane dalle agenzie funebri cittadine aveva fatto scattare l’allarme sulle reali dimensioni della tragedia. E non è da escludere che il numero di morti da coronavirus a Wuhan venga ulteriormente rivisto nei giorni a venire.
POLEMICHE E MISTERI
Quel che è certo è che una simile notizia contribuisce ad aumentare ulteriormente le perplessità su come la Cina abbia gestito tutta la vicenda , dal ritardo nel capire la gravità della malattia a quello nel lanciare l’allarme al resto del mondo. Gli attacchi più forti continuano ad arrivare negli Stati Uniti, dove è stata rilanciata l’ipotesi che il virus sia sfuggito da un laboratorio di Wuhan. E dove ieri è stato toccato un numero di morti in 24 ore praticamente pari a quello che la Cina dichiara di aver avuto in oltre quattro mesi.
DINO CARDARELLI