Oggi vorrei dedicare il mio tempo alle differenze nella quale si divide la nostra penisola, il divario tra Nord e Sud. Detto in questo modo, potrebbe sembrare quasi una battaglia ottocentesca coloniale, ma in realtà è la vita che ogni giorno, persone come me, vivono. Vorrei partire da un presupposto base molto importante: Chi di voi è rimasto nella propria città di origine? Non vorrei azzardare numeri, ma penso che quasi la metà abbia lasciato la propria città natale per trasferirsi altrove. Chi lascia cosa? Altra domanda che mi sono posta, analizzando questo presente alquanto bizzarro e simpatico, parliamo soprattutto e probabilmente di ragazzi/e che lasciano il loro “sud” per trasferirsi dal caro amico “nord”. Stiamo parlando dell’Italia divisa e spezzata in due da realtà completamente opposte che raffigurano un unico paese. Ragazzi che partono in cerca di lavoro, per studio, per ricerca o semplicemente per una vita completamente diversa.
Quali sono le differenze? Allora, sicuramente parecchie persone si rispecchieranno con me oggi, ma partiamo da due punti fondamentali che segnano nettamente questo divario: cibo e tempo. Da questi due punti poi se ne apriranno un infinità che si legheranno tra loro: lavoro, famiglia, vita, stress, energia.
Il tempo al nord viene visto come una sfida con se stessi, per combattere il traffico o lo stress dovutoad esempio dal caos della mattina delle otto, tutti indaffarati a correre come piccoli robottini verso il proprio lavoro. Se vi dovesse fermare un attimo, dall’alto della grande città di Milano , per esempio, dalle sette alle nove, vi accorgereste (immagiando un “time lapse” di qualche minuto), che le ore di punta della mattina saranno caratterizzate probabilmente, in ogni angolo della città, dalla velocità, dal coordinamento, dalle macchina in fila e dalla corsa al verde “previsto ed immaginato” dai guidatori, ancora prima che scatti; noteremmo anche la fila ordinata, quasi come se fossero alla posta, di fronte al semaforo in attesa del suono acustico per l’attraversamento pedonale; invece se scendessimo in metro: la fila a destra ben precisa sulle scale mobili e a sinistra lo spazio per qualche matto ritardatario che salta due a due gli scalini in movimento, o addirittura quell’attesa famosa del “1 minuti” in arrivo la metro, che a quanto pare funziona benissimo. Insomma il tempo viene visto come un amico che ti sfida ad arrivare puntuale a lavoro o a vivere in maniera quasi automatica la vita. Scendiamo al sud, il tempo qui non esiste. Una vita molto più calma e serena, il traffico della città non si “sveglia” mai, probabilmente solo dalle 8 alle 8.30 quando i bambini vanno a scuola, ma per il resto la fretta non esiste. I bar sono affollati di gente che prende il caffè con la grazia e tranquillità di pensionati che ancora lavorano e la metro non esiste. Insomma il tempo giù al sud non viene neanche considerato. Come dice la famosa comica Teresa Mannino: Al sud anche l’appuntamento tra amici cambia. Mentre a Milano l’orario è alle 18.55 (perché ricordiamolo al Nord 5 minuti possono cambiare la giornata) al sud l’appuntamento è: ci vediamo nel pomeriggio (un arco temporale che non ha limiti e orologi).
Il secondo punto cardine di questo divario è il cibo. Partiamo dal presupposto che questo sia legato indirettamente al tempo, al Nord non hanno tempo di cucinare perché la vita di citta “distrugge”, al sud hanno tutto il tempo che vogliono per sbizzarrirsi in cucina. Ma è realmente così? Diciamo che sono degli stereotipi che ormai fanno ridere l’Italia, per quanto sia realmente bella questa “famosa” differenza, ma diciamo che non è proprio così. Al Sud ci sono donne che lavorano, cucinano, badano alla famiglia e uomini che arrivano puntuali a lavoro e a cena la sera. Penso che sia un presupposto di stile di vita: è il tempo ha limitare queste due “grandi categorie”. Quando scendiamo al sud, cosa pensiamo subito? O cosa ci propongono subito? “Cosa vuoi mangiare figlio/figlia mio/a?” però ricordiamo che questa domanda ci viene posta ancora prima di partire, quindi noi sappiamo che quel giorno appena arrivati, ci troveremo a mangiare il pranzo di Natale a ferragosto. Al nord il tempo per cucinare semplicemente non esiste.
Ecco due realtà distinte e separate che personalmente ho vissuto sulla mia pelle, continuando ad amare il mio Paese.