Enrico Mentana ha ragione.
No, non sul fatto che
Conte non dovesse fare i nomi dei due buffoni bufalari, perché ha fatto benissimo, e nemmeno per quanto riguarda il suo incaponirsi nel lanciare “messaggi alla nazione” a mezzo Tg.
Enrico Mentana ha ragione in questo post.
E sotto questo post, un sacco di bravi e “umanissimi” progressisti lo hanno attaccato perché se la stava prendendo col governo per cui fanno il tifo.
Attualmente, la gente muore in mare perché nessuno va a salvarla.
Attualmente, il nostro governo ha deciso di dichiarare il nostro un “paese non sicuro”, in modo tale da non essere costretto ad andare in soccorso dei disperati in mezzo al mare e farli sbarcare qui.
E l’hanno deciso e votato QUESTI ministri, compresa quella meravigliosa donna sprovvista di profili social della Lamorgese, non Salvini.
Chissà cosa ne pensano quelli che scappano da una Libia devastata dalla guerra e dal caos, della “mancanza di sicurezza” italiana.
Roba che se l’avesse fatto il governo precedente sareste insorti.
Tutti e due.
Attualmente, salvare la gente in mare è ancora reato.
In questi giorni sono morte mamme e bambini, in mezzo al mare.
Ma a voi, si, dico a voi, non ve ne frega un ca**o, perché non li ha ammazzati Salvini.
Oppure rispondete: “Eh, ma questa è una situazione di emergenza, dobbiamo pensare prima al nostro paese”.
La verità è che questo governo, in questo momento, sta lasciando soli e abbandonati in mezzo al mare i migranti più di quanto non abbia mai fatto persino lo sciacallo padano.
La verità è che quell’UMANITÀ di cui vi riempite tanto la bocca non sapete neanche cosa sia.
Ad alcuni fa comodo tacere della situazione per opportunità politica (vedi alcuni patetici “influencer” che sperano disperatamente di essere candidati, prima o poi, a suon di like), ad altri semplicemente fa comodo tifare, difendere i propri eroi del cazzo, perché hanno un bisogno disperato di sentirsi “i buoni” che combattono “i cattivi sovranisti”.
Ci sono altre persone, invece, a cui interessa stare dalla parte dei più deboli, dalla parte di quelli che non hanno voce, di quelli che crepano anche se non si parla di loro, in fabbrica o in mezzo al mare, abbandonati dai “buoni” al loro destino infame.
E ora date del traditore sovranista anche a me, buffoni.
Emiliano Rubbi