Nell’immaginario collettivo parlare di “odori del Medioevo” riporta a sensazioni non sempre gradevoli.
Non a caso, l’epoca di mezzo è passata alla storia come una delle meno igieniche. La filmografia e la letteratura odierna spesso ritraggono questo periodo come uno dei più grigi e sporchi.
Ma sarà vero o ancora una volta ci troviamo di fronte ad una serie di luoghi comuni?
Ebbene sorprenderà apprendere che in realtà l’igiene personale non era affatto tralasciata nel Medioevo. Anzi, comparato ad altre epoche storiche, questo periodo può essere considerato fra i più “puliti” della passato.
Le età successive al Medioevo prevedevano abitudini igieniche ben più limitate. In Europa, dal Rinascimento all’Illuminismo, l’uso di lavarsi con acqua era fortemente sconsigliato dai medici. Si pensava che il bagno aprisse i pori della pelle favorendo lo sviluppo di gravi malattie.
Nella reggia di Versailles capitava di farsi un solo bagno per intero nella vita! All’epoca del Re Sole, ci si detergeva il volto con un fazzoletto imbevuto di profumo, tralasciando il resto del corpo. Fra le donne c’era l’abitudine di ricoprire il volto con albume d’uovo come trattamento di bellezza senza doverlo sciacquare dopo. E che dire delle parrucche, di moda all’epoca, che erano spesso terreno fertile per pidocchi e germi. Insomma, di certo l’epoca barocca non è un esempio in fatto di igiene.
E, andando avanti nel tempo, si pensi alle pessime condizioni in cui versava Londra a metà dell’Ottocento.
Dopo questo non fa così strano “rivalutare” gli odori del Medioevo. Non è un caso, dopotutto, che lo stesso sapone fu inventato nel IX secolo.
Nelle epoche antecedenti se ne faceva a meno. Greci e Romani, non avendo il sapone, usavano lo strigile: uno strumento di legno per raschiare la pelle cosparsa di oli profumati. Ed è proprio da loro che gli uomini dell’età media erediteranno la pratica dei bagni termali. Ovviamente visti in un’ottica culturale del tutto diversa.
E allora cosa si “annusava” in epoca medievale?
Ebbene pare che gli uomini medievali riservassero più attenzione all’igiene personale di quanto si pensi.
Abbiamo già detto che il sapone fu importato dall’Oriente proprio in questi secoli. Inizialmente si utilizzava grasso di montone, cenere di legna e soda naturale a cui erano, a volte, aggiunte erbe aromatiche. L’odore non doveva essere dei migliori, per lo meno fino a quando il grasso fu sostituito con olio d’oliva bollito con la cenere poi aromatizzato con lavanda, gaultheria e cumino. Le lavandaie utilizzavano una soluzione di lisciva e terra di argilla per i panni.
Certo questo non vuol dire che la pulizia fosse una priorità. Il bagno era una pratica piuttosto sporadica e, per lo meno per i ceti meno abbienti, prevedeva l’utilizzo di un’unica vasca (riempita una volta) per tutta la famiglia.
Ma dalle fonti sappiamo che era buona abitudine lavarsi viso e mani prima di mangiare. Quando i signori viaggiavano, portavano con sé tutto l’occorrente per lavarsi e, come leggiamo negli stessi romanzi di cavalleria, era buona norma offrire un bagno caldo all’ospite al suo arrivo.
Pare che per un certo periodo venne anche mantenuta l’eredità romana dei bagni termali. Le “stufe” (le terme) erano frequentate assiduamente, non soltanto per necessità igieniche. Nel corso del Quattrocento, infatti, le terme cessarono di essere un luogo di pubblico ritrovo o di cura del corpo e diventarono sinonimo di bordello. Ad ogni modo, la pratica del bagno si svolse fino alla fine del Medioevo.
Diverso discorso per l’igiene delle città. Nei fiumi dove si lavavano abiti e biancheria, si scaricavano frequentemente immondizie e liquami provenienti dalle concerie. Nelle città, gli abitanti vivevano in spazi ristretti. Le strade erano invase dai rifiuti. Molto spesso, nel Medioevo il vaso da notte era svuotato in strada. E non dimentichiamo la importante presenza di animali da cortile che certo non contribuiva a diffondere un odore gradevole.
In merito alla pulizia nelle case, come in ogni epoca, va fatta distinzione fra ricchi e poveri. Una normale famiglia contadina condivideva la casa (normalmente un unico ambiente) con gli animali; mentre la toilette era un gabbiotto in legno con un buco al centro, posto fuori in cortile. Castelli e conventi erano muniti di un pozzo e l’uso dell’acqua e dei prodotti di detersione era più comune.
In conclusione il punto non è la mancanza di igiene, ma la diversa concezione di sporcizia che è cambiata nei secoli fino ai giorni nostri. Attualmente non è raro imbattersi nel fenomeno opposto: una eccessiva attenzione alla pulizia.
Gli uomini medievali erano, quindi, molto più puliti di quanto pensiamo. O per lo meno lo erano di più rispetto a quelli dei secoli successivi!
Ma, come già detto, quando si parla di odori non necessariamente ci riferisce a quelli corporei. Tralasciando gli aspetti più sgradevoli, l’aria del passato verosimilmente aveva un profumo ben diverso da quella attuale. Nella nostra epoca gran parte degli odori sono coperti da quelli dello smog, delle auto, dei cantieri. O tuttalpiù dall’odore di frittura dei fast food. Se ci allontaniamo dalle città, magari, possiamo ancora sentire profumi più autentici. Come quelli che si sentivano in passato. L’odore di cibo cucinato che vien fuori dalle case, quello dei fiori e della natura. Profumi antichi, di fatto.
Quindi pensiamoci bene prima di storcere il naso a sentir parlare di “odori del Medioevo”. Potrebbero essere molto più piacevoli di quanto immaginiamo.
Maria Luisa Ancona
Soprattutto l’alto medioevo, escluso il primo secolo, fu un’epoca piuttosto calma e prospera.
Per questo la gente era più pulita.
col cosidetto rinascimento, ci fu degrado.
Giusto! Della serie “miti da sfatare!” 🙂