I fondali marini, i pesci tropicali, la barriera corallina… una maschera da sub può mostrarci tutto questo. Ma può anche salvare una vita.
Cristian Fracassi ha infatti realizzato una maschera respiratoria con una maschera da sub, ed il suo lavoro è stato testato su pazienti in stato di necessità all’Ospedale Civile di Brescia. La cosa migliore è che pare abbia funzionato!
Ingegnere edile e architetto, un dottorato in ingegneria dei materiali ed un master in economia, il trentaseienne Fracassi ha incontrato sulla propria strada un imprenditore che ha creduto in lui e lo ha finanziato. In questo modo Cristian ha fondato la propria startup, Isinnova, con alle spalle già 50 brevetti.
Qualche giorno fa, il fisico e divulgatore scientifico Massimo Temporelli ha telefonato a Fracassi, e gli ha chiesto di stampare in 3D le valvole per i respiratori, scarsissime e assolutamente necessarie all’Ospedale di Chiari, in provincia di Brescia.
Con l’aiuto del collega Alessandro Romaioli l’ingegnere ha disegnato la valvola e l’ha stampata in 3D.
L’esperimento ha funzionato. In tre giorni sono state prodotte cento e forse più valvole.
Queste hanno permesso di salvare molte vite umane, soprattutto considerato il periodo che stiamo vivendo, con l’Italia intera in preda all’emergenza Coronavirus, e la città di Brescia colpita in particolar modo.
New York Times, BBC, Fox News, la tv australiana, la stampa greca, il direttore dell’Università del Lussemburgo, la HP, la General Motors, il produttore dei Griffin e tanti altri: tutti cercano Fracassi per complimentarsi con lui e parlare della sua impresa. Tra i tanti, egli ha ricevuto anche la telefonata di un primario in pensione, il dottor Renato Favero.
Favero ha illustrato la propria idea di trasformare le maschere da snorkeling in maschere respiratorie.
Detto, fatto: Decathlon, in quanto ideatore, produttore e distributore della maschera da sub Easybreath, ha fornito il disegno Cad e venti maschere sulle quali lavorare. Grazie al genio di Fracassi e del suo team, quella che è stata battezzata Valvola Charlotte ha sostituito il boccaglio.
Fracassi ha spiegato che Charlotte, pur non essendo sostitutiva del ventilatore polmonare, può rivelarsi utilissima nei Pronto Soccorso. Accade infatti, purtroppo, che molti pazienti vi rimangano anche tre giorni in attesa di un posto letto. Con questa maschera potranno attendere senza rischiare una carenza di ossigeno e senza inquinare l’ambiente che li circonda.
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L’idea si rivolge a strutture sanitarie, e vuole aiutare a realizzare una maschera d’emergenza nel caso di una conclamata situazione di difficoltà nel reperimento di fornitura sanitaria ufficiale, solitamente impiegata. Né la maschera né il raccordo valvolare sono certificati e il loro impiego è subordinato a una situazione di cogente necessità – ha fatto sapere Isinnova.
L’utilizzo della maschera dipende, infatti, dall’accettazione, attraverso una dichiarazione firmata dal paziente, dell’uso di un dispositivo biomedicale non certificato.
La Valvola Charlotte è stata brevettata per evitare un’eventuale speculazione sul prezzo del componente.
Il brevetto però, come ha chiarito lo stesso Fracassi, «rimarrà ad uso libero, perché è nostra intenzione che tutti gli ospedali in stato di necessità possano usufruirne. Abbiamo infatti deciso di condividere liberamente il file per la realizzazione del raccordo in stampa 3D».
«Le strutture sanitarie in difficoltà potranno acquistare la maschera Decathlon e accordarsi con stampatori 3D che realizzino il pezzo e possano fornirlo» ha specificato l’ingegnere, tanto che, sul sito di Innova, esiste un modulo da compilare per candidarsi come produttori nel caso in cui un ospedale ne abbia bisogno.
I file per la produzione della prima valvola, però, non hanno beneficiato della stessa diffusione.
Non lo abbiamo fatto e questo ci ha attirato molte critiche, ma siamo convinti della nostra scelta – ha detto Fracassi, che ha aggiunto – Noi purtroppo siamo all’ultima spiaggia, stiamo lavorando su prodotti non certificati, abbiamo agito di corsa. Avete presente nei film, quando qualcuno sta per cadere nel burrone? […] In quel momento si pensa solo a salvare chi sta cadendo. Poi, una volta al sicuro, col fiatone e l’adrenalina che cala, si può ragionare. Ed è quello che stiamo facendo ora.
Mariarosaria Clemente