“Le autorità iraniane hanno stabilito il trasferimento di 54 mila detenuti agli arresti domiciliari per evitare i rischi di diffusione del contagio da coronavirus (Covid-19) nelle carceri. “ (ANSA)
“Ciao Carmelo, il carcere di Padova ha sospeso i colloqui con le nostre famiglie, possiamo solo utilizzare Skype per metterci in contatto con loro, ma ci sono solo due postazioni per 800 detenuti. Comunque, ci sono strani trasferimenti di alcuni detenuti e gira voce fra le sezioni che il virus è già scoppiato e tengono la cosa segreta per evitare rivolte.”
“Caro Carmelo, come te la passi? Qui sempre peggio. Sono arrivati altri detenuti dal continente e non sanno dove metterli… Per fortuna la mia cella è così piccola che non ci sto neppure io e posso continuare a stare da solo. Nel cortile del passeggio non si parla altro che di questo coronavirus.”
“Caro Amico, non accendo più neppure la televisione, non fanno altro che parlare del coronavirus. E qui hanno messo la seconda branda a quasi tutte le celle e da un paio di giorni hanno messo le brande nelle salette della socialità, per i nuovi giunti, perché nessuno li vuole in cella per paura che siano contagiati. A me personalmente non fa paura questo di virus perché prima muoio e prima esco dal carcere, ma vedrai che sfortunato come sono non lo prenderò.”
“Se qui prima era un cimitero, adesso lo è ancora di più: persino i volontari, insieme al personale civile, sono spariti. Dicono che lo fanno per proteggerci. Quello stronzo dell’avvocato ha detto alla mia famiglia che non mi è venuto a trovare per paura di essere contagiato, ma a noi nessuno pensa?