Erano due paraculi che si sono amati senza illusioni. (ndr: Giovanna Cau e Marcello Mastroianni)
Con questa frase Jean Sorel definì il rapporto tra i due. Un amore supposto, platonico, tra l’attore e l’Avvocatessa del Cinema Giovanna Cau.
Ma Mastroianni non era l’unica amicizia della Cau. Questa donna era legata professionalmente e personalmente ad un gran numero di figure di spicco della cultura. Era forte Giovanna, era, come si potrebbe dire utilizzando un linguaggio informale, avanti.
Allieva del Liceo Tasso di Roma, fu una delle uniche due donne della sua classe a giungere alla laurea. Lei ed Agata Apicella coronarono la propria carriera accademica. Ma la laurea fu solo l’inizio della storia di Giovanna Cau. Una storia interessante al punto da farne un documentario.
Nel 2011 infatti Marco Spagnoli dirige Giovanna Cau – diversamente giovane. All’epoca, la signora dell’avvocatura italiana aveva già 88 anni compiuti. Il documentario vede la partecipazione amichevole di Roberto Cicutto, Giancarlo De Cataldo, Nicola Giuliano, Tonino Guerra, Felice Laudadio, Carlo Lizzani, Enrico Magrelli, Giuliano Montaldo, Ettore Scola, Antonio Maria Severini, Jean Sorel, Luciano Sovena, Riccardo Tozzi e Paolo Virzì. Ma anche questi ultimi sono solo una parte della squadra di Giovanna Cau.
Giovanna è una delle prime cinque donne ad esercitare la professione forense a Roma, entrando molto presto a far parte di un grande studio e fondandone uno proprio poco dopo. È stata, ad esempio, l’avvocato di Federico Fellini, Luchino Visconti, Ettore Scola, Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Monica Vitti, Anna Magnani e Alberto Sordi. Il suo studio era una fortezza sicura per i suoi assistiti, per i quali ha redatto contratti di ferro. Ma, oltre che forte e coriacea, Giovanna era anche una donna di grande ironia, un’amica.
Così il suo studio era anche un rifugio in cui incontrare gli amici. In molti sostenevano di recarvisi anche solo per fare due chiacchiere, e lei stessa, qualche volta, raccontava qualche chicca. Disse di Fellini, ad esempio:
Andava a fare i sepolcri, cioè a trovare tre amiche piuttosto mature, una dopo l’altra, ma ufficialmente era in riunione con me e con un produttore. E così dissi a Giulietta.
Anche i racconti di Marco Spagnoli sulla realizzazione del documentario puntano nella stessa direzione. “Lei mi ha dato la sua fiducia – ha detto il regista – ma ha posto due condizioni: mi concedeva un’unica intervista da sola, mentre le altre sarebbero state chiacchierate a ruota libera con vari amici. In linea perfetta con il suo considerarsi una persona normale“.
Compagna per oltre trent’anni dello psichiatra Emilio Benincasa Stagni, Giovanna Cau ebbe legami anche con Moravia, Calvino e Natalia Ginzburg. Grazie anche alle proprie amicizie si avvicinò quindi non solo alle normative sul cinema e l’editoria.
Ella condusse infatti anche battaglie legate al riconoscimento del voto alle donne, al lavoro femminile, al progresso della cultura, all’impegno in favore del diritto d’autore, all’abolizione della censura e al miglioramento qualitativo della vita dei portatori di handicap intellettivo.
Giovanna Cau è stata premiata sia dal David di Donatello che dal Sindacato dei giornalisti cinematografici. Ha lasciato questa Terra sabato 7 marzo 2020, pochi giorni prima del suo novantasettesimo compleanno. Che il tuo operato possa illuminare tante donne Giovanna, grazie per l’impegno e la passione che hai dedicato sia alla professione che alla vita.
Mariarosaria Clemente