Amnesty International con Julian Assange per impedire agli USA di ottenere la sua estradizione.
Amnesty International si schiera con Julian Assange, il cofondatore e caporedattore di WikiLeaks, l’organizzazione senza scopro di lucro nata nel 2006 che riceve in modo anonimo documenti protetti da segreto – sia questo di Stato, industriale, bancario o militare – e li carica sul proprio sito web.
Proprio per a sua collaborazione con WikiLeaks, Assange è finito nei guai con la giustizia ed’è attualmente detenuto in Inghilterra presso la Her Majesty Prison Belmarsh.
Il giornalista e attivista ha ricevuto e pubblicato dalla ex militare Chealsea Mannig alcuni documenti che proverebbero crimini di guerra di cui si è macchiato l’esercito americano.
WikiLeaks, gli USA chiedono l’estradizione di Assange
Il 28 novembre 2010 WikiLiks ha reso pubblici circa 251000 documenti diplomatici statunitensi, di cui molti etichettati come “confidenziali” o “segreti”. Il giorno successivo l’altro funzionario dell’Australia Robert McClelland apre un’indagine sulle attività di Julian Assange e WikiLeaks.
Per questo motivo gli Stati Uniti d’America stanno cercando di ottenere l’estradizione di Assage, così da poterlo processare con l’accusa di spionaggio.
In una nota stampa diffusa da Massimo Moratti, vicedirettore di Amnesty International per l’Europa, l’organizzazione mondiale si schiera al fianco di Julian Assage contro il governo statunitense.
Nella nota di Moratti si legge: “Gli incessanti tentativi del governo Usa di processare Julian Assange […] non sono altro che un assalto su larga scala al diritto alla libertà d’espressione.”
“Negli Usa, Julian Assange potrebbe essere sottoposto a condizioni detentive equivalenti a maltrattamento e tortura, compreso l’isolamento prolungato” si legge ancora nella nota.
Maltrattamenti in prigione
Nella prima settimana di udienze sono emersi tutti i punti di preoccupazione che avevamo espresso in merito alla richiesta di estradizione di Julian #Assange. Il commento di @JuliaHall18 https://t.co/7qC03QYLqK
— Amnesty Italia (@amnestyitalia) February 28, 2020
Stando a quanto riferisce il sito di Amnesty International negli ultimi giorni il cofondatore di WikiLeaks è stato tenuto ammanettato e a perquisizioni corporali. La paura dell’organizzazione internazionale è che Assange possa subire maltrattamenti nel carcere di Belmarsh.
Julian Assange ha poi più volte ribadito alla Corte la sua incapacità di seguire efficacemente lo svolgimento delle udienze per via dei medicinali che sta assumendo.
Per questo motivo Amnesty International ha sollecitato le autorità britanniche di assicurarsi che l’imputato possa partecipare con coscienza alle udienze che lo vedranno protagonista nei prossimi mesi, cosicché posso avere la garanzia di un processo equo.
Paura per la libertà d’espressione
La prima settimana di udienze del processo che deciderà per l’estradizione di Juliane Assage si è conclusa e da Amnesty International arrivano i primi segni di tensione.
“Le udienze di questa settimana hanno evidenziato la minaccia ai diritti alla libertà di espressione” ha commentato l’esperta di diritti umani Julia Hall. La Hall aggiunge poi “Il potenziale effetto paralizzante sui giornalisti e su altre persone che cercano di rivelare informazioni in nome dell’interesse pubblico è evidente.”
La paura, concreta, è quella che l’incriminazione di Juliane Assage creerebbe un precedete pericolosa per la libertà d’espressione. Giornalisti di tutto il mondo potrebbero infatti essere accusati di “spionaggio o di violazione delle leggi antiterrorismo” per aver svolto il proprio lavoro diffondendo notizie relative a crimini di guerra o violazione dei diritti umani.
Emanuela Ceccareli