Se fossimo una società seria, se fossimo una società matura, seppur con tutta la giusta e comprensibile preoccupazione, l’epidemia di coronavirus potrebbe essere un’occasione per riflettere su quante cose diamo per ovvie e per scontate senza che lo siano per davvero.
Potremmo per esempio riflettere sulla fortuna che abbiamo ogni giorno di poterci spostare liberamente, decidere liberamente dove andare, trovarci con altre persone per uno spritz o una conferenza. Potremmo per esempio riflettere sulla fortuna che abbiamo ogni giorno di trovare pieni gli scaffali dei supermercati e delle farmacie.
Visualizza questo post su Instagram
Potremmo guardare ai disagi di queste ore e renderci conto del molto, persino del superfluo, che di solito abbiamo e diamo per scontato.
Potremmo addirittura ricordarci che, per MILIARDI di esseri umani, le preoccupazioni e i nostri disagi di queste ore sono la normalità quotidiana.
Potremmo ricordarci che, fino a due generazioni fa e ancora oggi in buona parte del mondo, la malattia (quella davvero contagiosa e letale) era un orizzonte probabile della vita di ogni persona, e che solo per puro culo ci è toccato in sorte di nascere o crescere in una parte di mondo dove, grazie al progresso della medicina e delle scienze tutte, le aspettative e condizioni di vita sono nettamente migliorate.
Seppure con tutta la preoccupazione del caso, potremmo insomma usare queste giornate per riflettere sul valore della vita e per riempirci di gratitudine per tutte le opportunità e i privilegi che abbiamo ricevuto.
Purtroppo siamo invece una società cialtrona e infantile, che in larga misura va dietro ai pifferi di avventurieri, delinquenti e squallidi pennivendoli.
Siamo purtroppo nella situazione in cui si scambia la democrazia per la giustificazione di dire e scrivere cazzate, si scambia Facebook per la cloaca in cui svuotare la propria diarrea cerebrale, si scambia il dibattito per il pollaio in cui aprire la bocca per starnazzare come le oche.
Francesco Mazzucotelli