Platone, l’utopia politica
La democrazia ateniese del VI secolo avanti Cristo conobbe la ferma opposizione di Platone. A suo avviso, il popolo non era informato a dovere per tutelare i propri interessi. Il noto discepolo socratico riteneva che le masse non avessero le migliori attitudini per legiferare, dunque in una società ideale i filosofi più distinti avrebbero assunto il controllo della politica.
Simili ambizioni peccano palesemente d’utopia; d’altronde si trattava d’altri tempi. Il meno remoto Churchill disse:
La democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora.
L’ignoranza delle masse, supposta all’epoca da Platone, potrebbe estendersi come concetto ai giorni d’oggi?
Salvini l’esistenzialista
L’estate scorsa, l’allora Ministro dell’Interno Salvini s’isolò dalle mura politiche per ritirarsi in riva al mare. Sotto il sole d’agosto, mentre i colleghi lavoravano in sede, il leader della Lega si dedicò alla meditazione e raggiunse il nirvana.
Tali pratiche ascetiche avrebbero condotto il suddetto alla saggia decisione di far cadere il governo di coalizione Lega|Movimento 5 Stelle, convinto d’avere gli italiani dalla sua parte.
Il premier Conte sarebbe tornato a fare l’insegnante, i 5 Stelle sarebbero stati tagliati fuori e Salvini avrebbe assunto pieni poteri. Non si trattava del sogno ribelle di un’adolescente alla prima mestruazione, ma dell’ambizioso progetto di uno stimato rappresentante dello Stato.
Peccato però che Salvini non sia il Buddha e che la sua meditata aspirazione lo abbia sbattuto all’opposizione: autogol. Mattarella, Presidente della Repubblica, optò per il governo Conte bis di coalizione PD|5 Stelle. Salvini da lì in poi avrebbe condotto lunghe e insistenti processioni per l’Italia.
Il portavoce del Cristo e della Costituzione
“Giuro di applicare la Costituzione Italiana, da molti ignorata, e giuro di farlo rispettando gli insegnamenti contenuti nel Sacro Vangelo” dichiarò questo presunto pellegrino nell’intento di diffondere il messaggio di Gesù Cristo: “Se entri a casa mia ti sparo” oppure “Porti chiusi ai migranti.”
Pare inoltre che il carissimo soffra di narcolessia, come il ragazzo di vita di “Belli e dannati,” avendo costruito la sua immagine politica su vari principi anticostituzionali. (Art. 10)
Salvini avrebbe continuato ad enfatizzare, nei propri comizi d’amore, la necessità di far cadere ancora una volta il governo. Manco fosse Urbano II che nel XI secolo invoca una spedizione a Gerusalemme per salvare i cristiani dalle sciagure inflitte dai turchi selgiuchidi occupanti.
La Meloni e il Cavaliere talvolta gli tengono compagnia nelle vesti di chierichetti – sebbene Berlusconi s’illuda ancora d’essere pontefice. Renzi, dal canto suo, pare stia vivendo una crisi d’identità sessuale, in quanto non sa a quale mazza attaccarsi.
Il carisma seduce, ma il tempo disinganna
Le masse reagiscono così: La Lega di Salvini rimane in cima nei sondaggi. Fratelli d’Italia della Meloni cresce sempre di più. Il loro bisnonno (non) s’accontenta d’un misero 6% e rimane tutt’oggi ben voluto. I legami con la mafia, le frodi fiscali, i conflitti d’interessi, l’iscrizione alla loggia massonica P2 di Gelli; alla fine sono cose che capitano.
“Le leggi ad personam bisogna contestualizzarle” dichiara la Meloni. “Sono leggi che Berlusconi ha fatto per sé stesso, ma sono leggi perfettamente giuste.” Non c’è nulla di male nell’allearsi con Silviuccio, non vi preoccupate.
Una buona parlantina non comporta necessariamente la benevolenza. Salvini predica ai suoi cari cittadini di sudare per guadagnarsi da vivere, pur non avendo lui stesso mai lavorato, se non qualche mese in una catena di fast food.
Gli italiani devono spaccarsi il culo, ma lui no. In effetti a che serve un impiego se puoi viaggiare tutto l’anno gratuitamente?
L’artista incompreso
L’ex dipendente del McDonalds incita la Flat Tax, ma al contempo mette i bastoni tra le ruote al governo Conte bis impegnato a introdurre manovre più severe contro gli evasori.
Pare che Salvini non sappia che per abbassare le tasse bisognerebbe che gli evasori cominciassero a pagarle, o magari è solo scaltro. Il gigante della politica può pur sempre aggrapparsi alla filosofia di Sgarbi, la pop star dei 20enni.
Paradossalmente, risulta esser lui stesso un evasore, avendo scaricato un debito di 4 milioni di tasse sui rifiuti al nuovo Ministro dell’Interno Lamorgese, come emerge da un servizio de Le Iene. L’ultima dichiarazione dei redditi di Salvini ammonta a 800 mila euro. Al momento del confronto citato, il suddetto rispose: “I ministri devono pagare le tasse?”
Nella sua società ideale, i ministri vanno in tour con Roger Waters a fare le rockstar, passano ore intere sui cellulari a cazzeggiare e cantano brani di De André in pubblico pur ignorandone il significato. I maggiori artisti e intellettuali lo odiano, tuttavia Salvini compensa le mancanze d’affetto coi fasci e coi buoni cristiani.
Quando l’orgoglio è preferibile alla sostanza
Come non citare il decreto sicurezza bis fortemente voluto dall’ex Ministro dell’Interno, il quale ha aumentato il numero dei clandestini pur auspicando il contrario.
L’ipotesi di modificare il decreto turba più l’orgoglio di Salvini che la sicurezza dei cittadini. Il suddetto non molla la presa, assumendo le sembianze d’un marmocchio viziato che non vuole mai scusarsi: “Chi vuole toccare o cancellare i decreti sicurezza è un nemico degli italiani.” Gli slogan non mancano mai.
Sotto Salvini i porti non sono mai stati chiusi, ma la gente gli crede e butta fango sul nuovo Ministro dell’Interno. “Gli sbarchi sono effettivamente aumentati perché provenienti da una Tunisia senza governo” afferma la Lamorgese. “Bisogna contestualizzare il tutto.”
Il postino suona sempre due volte
Non riuscendo a fare politica, Salvini citofona in giro per il paese a presunti spacciatori, come un pischello euforico delle medie, chiedendo di poter entrare in casa loro per verificare quanto supposto. Quasi s’aspettasse che gli aprissero e gli permettessero di mettere le mani nelle loro mutande.
La gente sente il pressante bisogno di tutelare le proprie posizioni pur scoprendone, con l’avanzare dei tempi, le contraddizioni e le ambiguità. Scelte di questo genere non rispecchiano altro che il taciuto sconforto conseguente alla scoperta che ci siamo sbagliati ancora una volta.
Più programmi utili, meno chiacchiera
Le nostre mentalità ed esigenze condizionano la propaganda di turno, dunque sarebbe cosa buona e giusta saper indirizzare un simile potere in direzioni migliori. Lo stesso Salvini – ex comunista, pro alle unioni gay, contrario al TAV – non ci metterebbe tanto a indossare un’altra maschera in politica. Sappiate approfittarne.
Non ci si crede come Salvini e la Meloni si possano schierare dalla parte degli umili lavoratori, dal momento che appoggiano le grandi opere inutili quali il TAV. D’altra parte è imbarazzante vedere tanti club della Lega Nord al sud, considerate le innumerevoli discriminazioni nei confronti dei meridionali.
Una tale circostanza è degna d’una commedia con Franco e Ciccio. Al posto di leccare il peloso deretano di un uomo che vorrebbe riportarci alle elezioni ogni due giorni, i leghisti meridionali dovrebbero guardare con maggior favore il premier, il quale ha detto: “Se riparte il sud, riparte l’Italia.”
Compaesani, che questo governo lavori in pace. Qualcuno prova gusto nel persuadersi che Salvini abbia cambiato idea in merito alla questione meridionale, quasi fosse un liceale che matura lavorando. Quasi fosse l’imperatore Costantino che chiede d’esser battezzato soltanto sul letto di morte per paura d’esser castigato.
La questione dei vitalizi e del reddito di cittadinanza
Berlusconi, dal canto suo, s’oppone al reddito di cittadinanza. In altre parole, uno degli uomini più ricchi al mondo – la cui ultima dichiarazione dei redditi ammonta a 48 miliardi di euro – nega l’iniziativa politica di sganciare qualche banconota da cento ai più poveri.
Il Cavaliere, accompagnato da 770 ex senatori e da Cicciolina, s’oppone al taglio delle pensioni d’oro. Per un parlamentare è sufficiente lavorare una settimana per ricevere una pensione sregolata. L’italiano medio deve versare più di quarant’anni di contributi per accedere a una pensione talvolta insufficiente a far fronte alle proprie necessità. Berlusconi, Cicciolina e compagnia bella non si curano del fatto. Pazienza, capita.
D’altra parte, dopo anni di politica magna magna, si teme sul serio che qualche cittadino più furbo approfitti del reddito di cittadinanza? Le forze dell’ordine provvederanno a disinnescare una tale catena – non occorre tagliare l’intera manovra.
Il reddito per il momento non costituisce una garanzia assoluta al lavoro, ma allora è meglio non ricevere nulla? Bisognerebbe notare che tante famiglie povere campano meglio per via del provvedimento grillino.
Piuttosto che prestar attenzione a simili dettagli, il Cavaliere spreca le poche energie rimastogli in altri campi importanti della politica, come la ricerca esasperata d’un successore per Forza Italia, mai deciso in vent’anni. Manco se si trattasse della successione dinastica degli imperatori romani.
Silviuccio il perseguitato
Poveraccio. Silviuccio è “il maggiore perseguitato di tutte le epoche.” Avrà bisogno di riposare, no? A condizione che lui faccia riposare noi, comunque. D’altronde, alla gente cosa importa se un rappresentante dello Stato abbia costruito giganteschi mausolei per sé stesso? Agli italiani cosa importava se a Berlusconi piaceva andare a mignotte? Pure i comuni cittadini devono avere la possibilità di andare a mignotte, senza il timore di indebitarsi.
In una società ideale, il Cavaliere avrebbe dovuto evitare la politica e accontentarsi del mestiere da imprenditore; preferibilmente svolto in modo più onesto.
In tempi di spaventosa immobilità economica, i lavoratori s’arrangiano come possono per portare il pane a casa. Tanti politici hanno abbracciato anch’essi l’arte dell’arrangiamento: piuttosto d’intervenire sulla crisi nella collettività, qualcuno ha preferito badare alle proprie crisi d’astinenza individuali. In altre parole, prima il piacere e poi il dovere. Lo stesso Berlusconi è entrato in politica per tutelarsi. Se non lo avesse fatto, avrebbe fallito: lo dichiarò lui stesso.
Il quadro della politica attuale
I grillini sono scesi radicalmente di consenso, sebbene buona parte dei provvedimenti attuati negli ultimi tempi in politica siano da attribuire a loro. Flores ha menzionato aumenti dell’IVA, il PIL fermo allo zero e la crisi di Air Italy. Mica belle notizie: Salvini avrebbe fatto la differenza? Qui si tratta di scegliere il minore dei mali.
Renzi rompe i coglioni quotidianamente al governo: dopotutto “esistono pure loro” (di Italia Viva) con il loro 4%. Quanto rumore. In principio favorevole all’abolizione della prescrizione, oggi il suddetto ne critica aspramente la relativa riforma, minacciando tra l’altro di sfiduciare il Ministro della Giustizia Bonafede.
Ci si augura, ma non ci si crede, che Renzi ricordi le promesse passate e prenda coscienza d’essersi ridotto alla figura dello scolaretto emarginato che non viene invitato alle feste di compleanno. Nel mentre il Cavaliere, il Cazzaro Verde e la bionda si prendono e si lasciano, fanno pace e poi bisticciano. Pare d’assistere a una puntata di Beautiful – uno dei tanti programmi di cultura gentilmente offerti a noi dalla Mediaset.
Nessuno esclude che nell’attuale governo manchino le mele marce. Che vada bene o male, l’alternativa non gioverebbe. Tanto meglio sono coloro i quali possano sembrare inesperti, ma che perlomeno mirano all’onestà e alla trasparenza (Travaglio). Salvini lascia a desiderare, considerata l’allergia alle regole e alla coerenza. Oggi è indagato per abuso d’ufficio (35 voli statali illegittimi) e per sequestri di persona (questione della nave Gregoretti).
La storia relativa al Russiagate lascia ancora perplessi. Renzi e Berlusconi, in particolare, hanno avuto il tempo necessario per mettersi alla prova in politica. Siamo sazì, va bene così. Il Cavaliere camperà senz’altro cent’anni – chi, se non lui, è stato il migliore a badare ai cazzi propri?
Giordano Pulvirenti