Se n’è andata Piera Vitali. Una vita di memoria, testimonianza, una lotta che non finisce mai per ricordare e combattere vecchi e nuovi orrori.
La chiamavano affettuosamente “la biondina della Val Taleggio”. Ma lei, Piera Vitali detta Pierina, era prima di tutto una partigiana, una combattente, una donna libera.
E lo è stata sempre, fino all’ultimo istante.
È stata arrestata dai fascisti a 21 anni, mentre combatteva per la liberazione.
È stata interrogata, ma lei non ha fatto i nomi dei compagni.
È stata messa al muro davanti a un plotone armato. Ma lei non ha fatto i nomi.
È stata pestata a sangue, torturata, ma lei non ha fatto i nomi.
Hanno tentato di comprarla i nazisti. Ma anche in quel caso lei non ha fatto i nomi.
L’hanno di nuovo torturata, ma niente, nessun nome.
Infine l’hanno caricata su un pullman diretto ai campi di concentramento. E lei, Pierina, ha sfondato il finestrino e si è lanciata in corsa verso la libertà, tornando a fare la staffetta partigiana fino alla libertà.
Aveva 21 anni.
Ieri Pierina se n’è andata, a 96 anni, dopo una vita di memoria, testimonianza, una lotta che non finisce mai per ricordare e combattere vecchi e nuovi orrori.
Se n’è andata una grande donna. Una partigiana. Una di quelle che la patria l’ha difesa davvero, non a parole o a slogan, ma con un coraggio e una forza che oggi fatichiamo anche solo a immaginare.
Una donna italiana.
Grazie Piera, hai combattuto per noi. Ora tocca a noi combattere per te.
Buon viaggio.
Lorenzo Tosa