La dieta chetogenica è assurta agli onori della cronaca grazie alla pubblicità che le ha dato l’appoggio di star del calibro di Gwyneth Paltrow, LeBron James, e Kim Kardashian. Personalmente se mi consiglia qualcosa in tema di salute quella svitata della Paltrow (si lo so “svitata” non è termine da rubrica scientifica ma passatemelo che i problemi della Paltrow non sono l’argomento dell’articolo) guarderei altrove, ma giunge da Yale notizia che stavolta non ha completamente torto, una ricerca pubblicata su Nature metabolism afferma che nel breve periodo la dieta chetogenica ha effetti benefici, soprattutto per una certa categoria di persone.
Ma cos’è la dieta chetogenica? Una dieta che (opinione personale) a prima vista potrebbe sembrare folle: eliminare i carboidrati assumendo le calorie al 99% in forma di grassi, i benefici propagandati deriverebbero dal fatto che l’organismo che si ritrova a corto di zuccheri. affamato senza davvero esserlo, comincerebbe a bruciare grassi.
In realtà sono ancora pochi gli studi scientifici su come davvero la dieta chetogenica funzioni e sui suoi effetti sull’organismo, ecco perché i ricercatori guidati dal professor Vishwa Deep Dixit della scuola di medicina di Yale hanno indagato più a fondo con uno studio sui topi.
I risultati hanno mostrato che nel breve periodo (una settimana) in effetti il corpo comincia a bruciare grassi al posto dei carboidrati, il processo genera dei gruppi chimici chiamati chetoni (da cui il nome della dieta, chetogenica cioè che produce chetoni) che vengono bruciati dall’organismo, questo processo genera a sua volta la diffusione per tutto il corpo di cellule T gamma delta del sistema immunitario che hanno effetto protettivo.
Quanto sopra riduce il rischio di diabete e l’infiammazione e migliora il metabolismo, ecco perché dicevo che la dieta chetogenica potrebbe essere indicata soprattutto per una certa categoria di persone, ma nello studio è stato anche osservato che dopo circa una settimana la dieta diventa negativa perché si comincia ad accumulare grasso. Non è che si invertano i processi biologici, semplicemente fin dall’inizio quando il corpo brucia grasso per produrre calorie al posto dei mancanti carboidrati inizia anche a metterne da parte, dopo circa una settimana il ritmo a cui lo accumula supera quello con cui lo brucia.
Quanto scoperto se confermato non è detto che sia negativo o una bocciatura totale della dieta chetogenica, anzi tutto sommato chi ha voglia di stare a dieta a vita? Per pazienti a rischio diabete (parliamo ovviamente di diabete di tipo II, quello volgarmente conosciuto come diabete alimentare) quando saremo abbastanza sicuri degli effetti potrebbe entrare nei protocolli come dieta da prescrivere per una settimana a intervalli di tempo.
Roberto Todini