Carabiniere coinvolto nella storia del Salvini-citofono? Chi indossa una divisa deve essere al servizio di tutti. Sempre!
Yassin, il ragazzo accusato di spaccio al citofono da Salvini, intervistato ha detto: “Con quel gesto mi ha rovinato la vita. Non sono uno spacciatore. Ho 17 anni, gioco a calcio e sono già stato convocato nella nazionale italiana. Ogni giorno mi chiedo ‘Perché proprio a me. Un politico che è venuto in periferia a suonare al citofono, ma cos’è?”.
Ora speriamo che Yassin ritrovi presto la sua serenità, e non possiamo che augurargli di realizzare il sogno di diventare calciatore.
Rimane che non è possibile che un politico in campagna elettorale vada a suonare i campanelli delle case per accusare a favore di microfoni e telecamere un ragazzo d’essere uno spacciatore.
Sarebbe veramente grave se fosse confermata la notizia che mediatore tra Salvini e la signora che lo ha guidato nel quartiere fino al campanello sia stato un carabiniere. Sarebbe l’ennesimo caso di persona in divisa che si dimentica d’indossarla per favorire una parte.
In precedenza abbiamo visto due poliziotti in fila per firmare petizioni della Lega, un dirigente della Polizia allertare i Vigili del Fuoco per rimuovere all’ultimo piano di un palazzo un lenzuolo che poteva disturbare il capo della lega, un agente di scorta scarrozzare il figlio di Salvini in moto d’acqua e due suoi colleghi a torso nudo usare toni inadeguati contro il giornalista che l’aveva filmato, poliziotti in divisa trasformatisi in supporter in posa per una foto di gruppo con il solito capo della Lega a tre giorni dalle elezioni in Calabria.
Un andazzo al quale il Presidente del Consiglio Conte, Ministro dell’Interno, Ministro della Difesa, Ministro dell’Economia devono porre assolutamente fine. I cittadini devono essere sicuri che chi indossa una difesa è al servizio di tutti. Sempre.
Vanni Capoccia