Boyan Slat è il ventiquatrenne olandese che fin da giovanissimo ha iniziato a prodigarsi per trovare una soluzione utile alla pulizia dei mari.
L’idea comincia a circolargli nella mente a soli 16 anni, quando, dopo un’immersione subacquea in Grecia, ha notato che i rifiuti plastici erano maggiori dei pesci. Dopo tale costatazione il ragazzo decide di dedicare le sue energie alla cause, e appuntare su un taccuino tutte le possibili ottimali soluzioni per migliorare le condizioni marine.
Boyan intraprende così un lungo studio per risolvere l’annosa questione, sviluppando un interessante progetto durante gli anni del liceo. Lo studio prevedeva l’utilizzo delle correnti oceaniche per raggruppare i rifiuti in un unico punto e raccoglierli in modo più semplice. Slat presenta il modello nel 2012 alla TEDX talk a Delft, suscitando l’attenzione del pubblico e dei maggiori esperti del settore. Tale passione lo coinvolge a tal punto che decide di lasciare l’università e fondare una sturt up dedita alla pulizia degli oceani.
Il sogno di Boyan Slat inizia a concretizzarsi nel 2013, a soli 18 anni fonda un ente no-profit The Ocean Cleanup con l’intento di sviluppare tecnologie avanzate per eliminare la plastica dagli oceani del mondo. Dal giorno della sua creazione The Ocean Cleanup ha raccolto più di tre milioni di dollari grazie a una campagna di crowdfunding a cui hanno preso parte sia imprenditori europei sia quelli della Silicon Valley.
Dopo la nascita dell’ente, Slat ne è diventato Ceo e con il tempo è riuscito ad assumere 90 collaboratori, tutti intenti a sfidare il mostro dei rifiuti plastici, che come dice lo stesso Boyan, è un male creato da noi uomini. Dal 2018 The Ocean lavora a un progetto che prenderà pienamente funzione proprio nel 2020. L’idea sulla quale Boyan e i suoi collaboratori stanno lavorando consiste in un tubo di plastica che serve a ripulire i mari e, secondo le previsioni fatte, se dovesse funzionare, potrebbe eliminare metà della plastica negli oceani in soli 5 anni.
Di certo, il sistema è destinato a diventare una delle più grandi operazioni di salvataggio ambientale. Il tubo nasce per combattere “l’Età della plastica” in cui uomini, animali e piante sono costretti a vivere. Un dramma, purtroppo, creato dall’uomo e che quest’ultimo deve risolvere per evitare di creare altri danni al nostro pianeta. Una tematica delicata che coinvolge e danneggia non solo l’ambiente ma anche tutti gli abitanti della Terra. Al momento, il tubo si presenta con una forma a V, in modo tale da raggruppare i rifiuti in un unico punto per raccoglierli insieme.
In base all’ultimo prototipo, il sistema riesce ad assembrare 5 tonnellate di rifiuti plastici al mese. Boyan e il suo team si dichiarano molto soddisfatti del lavoro svolto. Slat monitora i test del nuovo sistema dalla terraferma perché, scherzo del destino, soffre di mal di mare e non riesce a salire su una nave in mare aperto. L’obiettivo che The Ocean vuole raggiungere è di eliminare metà dei rifiuti presenti in mare in soli 5 anni.
Non possiamo che incrociare le dite affinché questo progetto possa portare i frutti sperati e dare un sollievo a quell’habitat marino che da troppo tempo soffre a causa delle nostre azioni sconsiderate.
Laura D’Arpa