Io capisco, davvero, le buone intenzioni di chi spesso scrive nei commenti:
“Non postate più foto di Salvini/Non parlate di Salvini perché gli date visibilità”.
E credo sia da parte mia doveroso nei confronti di chi la pensa così chiarire alcuni punti.
Primo.
No, non credo proprio che la gente decida di votare Salvini solo perché scorrendo la propria bacheca Facebook mentre è sul water trova all’improvviso una sua foto pubblicata da me e pensa: “Oh per bacco, chi sarà mai questo affascinante uomo con la barba che non ho mai visto prima? Dovrebbe fare il politico. Ah fa già il politico? Beh allora lo voto”.
Secondo.
Le pagine di Salvini, della Lega, di milioni di fan, pubblicano e condividono ogni giorno foto di Di Maio, Renzi, Boldrini, Zingaretti, associandole a post che li descrivono come delinquenti, ladri di bambini, complici di trafficanti, e Bibbiano, e i Marò e le locuste, ecc.
Vi risulta che Zingaretti, Di Maio, Renzi e Boldrini ne abbiano mai tratto qualche giovamento?
No. E questo perché la gente vede sì la foto di Zingaretti, ma poi legge nel post allegato che Zingaretti ruba i bambini e consegna il carbone. E si convince che Zingaretti non va votato.
E’ chiaro?
Terzo.
Vi do una notizia, forse sconvolgente: Salvini è già ovunque. A prescindere dai nostri social. Ed è già conosciuto dal 99% degli elettori.
Salvini ha la sua visibilità a portata di un suo clic. Ha 4 milioni di follower su Facebook, ne ha altri milioni su Instagram, Twitter, Tik Tok; ha migliaia di pagine della Lega con altri milioni di follower; ha milioni di fan che hanno la sua faccia perfino nella foto profilo e che condividono i suoi post e la sua immagine.
Come se non bastasse ha ogni giorno la Rai che gli stende tappeti rossi, ha Mediaset che è nelle mani del suo alleato, ha le piazze, i telegiornali e i giornali e i siti di informazione che parlano di lui, e Giletti e Rete 4 e Porta a Porta e così via.
Credete davvero che uno con una simile potenza di fuoco abbia bisogno delle nostre pagine per avere visibilità?
No, io credo di no.
Allora qual è il punto?
Il punto è che noi abbiamo due scelte: o proviamo, ognuno nel nostro piccolo, a diffondere la controinformazione. A dire: quella cosa che Salvini ha fatto o detto è una bugia. O è illegale. O è una contraddizione.
Oppure ci stiamo zitti e fermi e lasciamo che le sue menzogne e le sue azioni entrino indisturbate nella testa delle persone senza nemmeno dare loro il benché minimo elemento per almeno dubitare del loro “Capitano”.
Io personalmente preferisco la prima opzione, ritenendo la seconda una complicità e un errore.
E se Salvini va a citofonare a casa di un ragazzino di 17 anni che è italiano, incensurato, senza alcun precedente, fa il suo nome, il suo cognome, dice dove abita, a quale piano, e chiede “lei è uno spacciatore?” rovinandogli la vita, io proprio non me la sento di starmene zitto e far credere a milioni di italiani che quel ragazzo sia davvero uno spacciatore tunisino.
Io devo (devo) dire a chi ha la possibilità di leggermi come stanno davvero le cose. Per chi legge e per chi è vittima della violenza di Salvini.
E per farlo non posso mettere la foto di un portapenne o di un termosifone. Per parlarne devo mettere la foto di Salvini nel suo atto di violenza contro quel ragazzo.
Per cui sì, capisco davvero le vostre buone intenzioni. E so che ci muoviamo nella stessa direzione. Ma il mio modo è e resta questo.
Emilio Mola