Non vedevano l’ora di poter essere loro, per una volta, i carnefici e non le vittime. I meridionali avevano bisogno di sentirsi “migliori di qualcuno”.
E insomma, s’è scoperto che Salvini aveva sulle spalle una condanna di cui nessuno fino a poco fa sapeva niente: era stato condannato per razzismo.
5700€ di multa per aver definito “colerosi, terremotati, che col sapone non vi siete mai lavati” i napoletani.
Ma ovviamente è pieno di napoletani, campani, calabresi, pronti a votarlo lo stesso.
Gente insultata per anni, trattata da lui e dai suoi compagni di partito alla stregua di come adesso trattano i migranti africani e i rom, se non peggio, che si è autoconvinta che Salvini “abbia cambiato idea”.
Perché la verità è che molte di quelle persone non vedevano l’ora di poter essere loro, per una volta, i carnefici e non le vittime.
È bastato spostare il “colerosi terremotati” un po’ più a sud per arruolare eserciti di ometti e donnine che non chiedevano altro che di potersi sentire “superiori”, almeno una volta nella vita.
E non importa se non hanno un lavoro, una casa, una sanità o un sistema scolastico che funzionino, l’importante è potersi sentire “migliori di qualcuno”.
Non importa che non ci sia nessuna “emergenza immigrazione”: a loro piace pensare che sia così. Rimangono disperatamente aggrappati alla speranza che seguitino a sbarcare ancora barconi su barconi carichi di migranti, perché è l’unico modo che hanno per non sentirsi più, finalmente, gli “ultimi”.
E Salvini gli offre tutto questo.
Gli offre la possibilità di non stare più dalla parte degli sconfitti, ma da quella dei “vincitori”.
Perché magari non hanno niente, ma oh, almeno sono ITALIANI, proprio come quelli del nord.
Mica colerosi e terremotati come diceva quello là…
Come si chiamava?
Boh, chi se lo ricorda più, ormai.
Emiliano Rubbi