La ferrovia Russia-Crimea come una bandierina russa piantata in territorio ex-ucraino
Il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin sembra non curarsi del fatto che l’Unione Europea non abbia ancora riconosciuto, dal 2014, la sua annessione della Crimea, prima sotto la protezione dell’Ucraina. Gli abitanti russi della penisola hanno potuto votare per la prima volta alle elezioni del 2019 e da soli hanno raggiunto il 90% a favore di Putin, al contrario dei russi in Ucraina che sono stati gli unici russi abitanti in altro territorio a non aver potuto votare.
L’Ue non riconosce e non riconoscerà l’annessione illegale della penisola della Crimea da parte della Russia, afferma il portavoce dell’Alto rappresentante Ue Josep Borrell.
Forte di questa noncuranza, Putin ha inaugurato lo scorso 23 dicembre una ferrovia sul ponte che collega lo stretto di Kerch al territorio russo, senza il consenso dell’Ucraina. In questo modo l’azione strategica diventa un’altra violazione dell’integrità e sovranità territoriale dell’Ucraina da parte della Russia.
Com’è la vita in Crimea dopo l’annessione?
La penisola è stata conquistata a seguito di un’operazione militare svoltasi da febbraio a marzo del 2014, conclusa con la cacciata del presidente Viktor Yanukovich e che ha visto l’occupazione di luoghi politici simbolici come il Parlamento, insomma un vero e proprio colpo di stato che ha posto fine alla rivoluzione della penisola. Il 16 marzo 2014, infine, la Russia ha tenuto un referendum sulla sua annessione dopo averla dichiarata indipendente e una maggioranza bulgara si è espressa a favore.
Da cinque anni a questa parte la penisola affacciata sul Mar Nero è stata soggetta a un processo di “russificazione”. Tuttavia i crimeani non sono uniti nel dire se sia meglio vivere sotto la protezione russa o sotto quella ucraina, ma ci sono opinioni contrastanti. Vero è che in questi cinque anni sono stati discriminati gli ucraini, le minoranze non ortodosse e tutti coloro che si sono opposti all’annessione. Inoltre la gente lamenta arresti e casi di torture avvenuti in modo arbitrario, nonché la mancanza di posti di lavoro. La lingua ucraina è scomparsa dai libri di testo e le leggi ucraine discordanti a quelle russe sono state abolite.
D’altra parte, ci sono due donne intervistate dalla Bbc nel 2017, hanno detto che la loro vita è cambiata in meglio, che la Russia protegge i loro interessi più di quanto facesse l’Ucraina e non si respira più un clima di rabbia.
Francesca Santoro