L’Egitto ha pagato all’Italia una cifra record per l’acquisto di armi, 69 milioni di euro, e noi pretendiamo ancora verità sull’omicidio di Giulio Regeni.
NOI, sciocchi difensori dei Diritti Umani,
NOI, stupidi illusi che reclamiamo Dignità;
NOI, piccoli imbecilli che crediamo nella Giustizia
NOI siamo per l’ennesima volta sconfitti.
Il nostro Ambasciatore al Cairo, Giampaolo Cantini, ha incontrato Il ministro di Stato egiziano per la produzione bellica, il generale Mohamed Said El-Assar.
I due hanno discusso delle modalità con cui rafforzare la cooperazione congiunta tra le due parti in diversi settori, con particolare riferimento all’industria bellica.
Vi ricordo che l’Egitto ha pagato all’Italia una cifra record per l’acquisto di armi. più di 69 milioni di euro.
Il ministro egiziano si è detto compiaciuto per la “grande disponibilità” dell’Italia nel vendere armi al suo Paese e ha ufficialmente invitato il nostro Paese a presenziare a EDEX 2020, un’esibizione relativa ai Paesi produttori di sistemi di difesa e di offesa (armi).
Invito subito accettato dal nostro Ambasciatore.
L’Italia ha assicurato al “paese amico” che continuerà anche nel 2020 a fornirgli bombe, siluri, razzi missili, accessori e pezzi di ricambio per armi americane ma fabbricate in Italia.
Non solo …..
Cantini ha elogiato le “relazioni storiche” tra Roma ed Il Cairo, e gli “sviluppi positivi” a cui queste hanno assistito ultimamente. l’Italia considera “importanti e fondamentali” i legami instaurati con l’Egitto,che, a detta dell’ambasciatore, “sono utili ad affrontare le sfide poste nella regione”.
Pensiero contorto che nessuno capisce ma che tradisce l’assoluta mancanza di Dignità del nostro Paese.
E noi, stupidelli, ancora crediamo che un giorno, luce verrà fatta sull’omicidio di Giulio Regeni e che i criminali assassini, servi del potere altrettanto criminale egiziano, saranno puniti.
Claudio Khaled Ser
I 69 milioni di euro sono noccioline. L’Egitto fa parte della cordata Russa dietro Haftar, fino a poche settimane pretendente al petrolio libico. Parliamo di centinaia di miliardi di euro. Noi “saremmo” dalla parte di Serraj, ma grazie alla “non politica” dell’Europa e dell’Italia in particolare, se prima contavamo poco su quello scacchiere, adesso non contiamo niente, perché con Serraj si è schierato, mandando armi e fra poco, pare, anche truppe, la Turchia. Che ha sete di petrolio e di Ottomanismo. E quindi Russi e Turchi, che si parlano – e non tanto sottobanco – , potrebbero mettersi d’accordo: I Turchi trivellano a mare, I Russi “prendono” il petrolio di terra. E piantano in Libia altre basi navali, come hanno fatto già da decenni in Siria (Tartus). Di fronte a questi giochi geopolitici, non ci sarebbe spazio per il povero Regeni. Ma i nostri politici non hanno il coraggio di dirlo, perché farebbe arrabbiare a gente che pensa che la geopolitica non li interessa, e quindi fanno sceneggiatine patetiche. Ma quando Russi e Turchi manovreranno i rubinetti libici del petrolio, del gas e dell’immigrazone, e realizzeremo finalmente che le coste siciliane sono a “15 minuti di MIG” dalle coste siciliane, dovranno interessarci per forza.