Si narra che Antonio da Padova, arrivo’ un giorno a Rimini per tenere una predica alla folla ma, le Autorità ecclesiastiche della città, contrariate dalla presenza del futuro Santo, obbligarono i cittadini ad accoglierlo con un “muro di silenzio”.
Dato che nessuno gli rivolgeva la parola e tanto meno lo stava ad ascoltare, il buon Antonio si rivolse al mare.
All’improvviso, dall’acqua, affiorano migliaia e migliaia di sardine ‘disobbedienti’ per ascoltare le parole del santo.
Fu la prima “convention” di sardine.
Ma la Storia (e non solo il mare) è piena di pesci.
Vi ricordate tutti del segno del pesce tracciato sui muri dai cristiani della prima ora.
Quando un cristiano incontrava uno straniero per strada, tracciava un arco per terra e se lo straniero completava il disegno con un arco opposto, voleva dire che anche lui era un cristiano. Si riconoscevano nel pesce e nella fede.
Paese che vai, pesci che trovi.
I Giapponesi, nella loro “mitologia”, ritengono che la Terra sia un enorme pesce che trasporta il sole di notte nel mare per poi risollevarlo nel cielo durante il giorno.
I Tibetani lo riconoscono come uno degli otto simboli mistici del Buon Auspicio.
Gli Arabi lo mettono sulla porta di casa per indicare che chiunque varchi la porta é il benvenuto.
Il pesce simbolo dell’anticonformismo è invece la carpa.
Essa nuota sempre ed è dotata di grande forza ed energia.
I Cinesi ritengono che sia l’emblema di coloro che superano tutte le difficoltà della vita.
Non a caso i valorosi guerrieri, al tempo di Gengis Khan, venivano premiati con le “insegne della carpa”.
In Francia, ai tempi della Rivoluzione, Danton organizzo’ la “Congiura delle Carpe” contro l’aristocrazia che deteneva il possesso dei laghi e stagni dove appunto nuotavano le carpe.
Al grido di “abbasso le carpe e viva il montone” diede luogo ai primi fermenti che sfociarono nella presa della Bastiglia.
Merita una menzione speciale anche il salmone, simbolo della scissione dei Radicali per opera di Benedetto Della Vedova, Marco Taradash e Peppino Calderisi, scelto per raffigurare la controtendenza politica del gruppo stesso.
Ma il precursore dell’importanza dei pesci, colui che nobilito’ per primo le sardine, fu senz’altro Yoshua Ben Youssef che le immortalo’ nei Vangeli con la celeberrima moltiplicazione.
Il fatto, spinse perfino un grande poeta, Jacques Prévert, a scrivere una irriverente ode…
“Amici amati amanti
Di quelli che in sì gran copia sono stati pescati
Voi avete assistito, o pesci, a quel disastro immane
A quella cosa orribile
A quel fatto terribile
A quel vero e proprio terremoto
Della pesca miracolosa
Amici amanti amati
Di quelli che in sì gran copia sono stati pescati
Pescati e poi lessati e poi mangiati
O pesci pesci pesci che risate
Avete dovuto farvi
il giorno della sua crocifissione.”
Buon pesce a tutti.