Giunge notizia dal European Southern Observatory di una ricerca pubblicata su Nature Astronomy che grazie alle osservazioni dell’asteroide Igea ( quarto corpo per dimensioni della fascia principale) effettuate col VLT (Very Large telescope) ha portato gli astronomi a concludere che il corpo celeste dovrebbe essere promosso a pianeta nano,
Innanzitutto perché nel mio titolo ho messo nano fra parentesi? Perché la fondatezza della distinzione tra pianeta e pianeta nano è oggetto di dibattito, ma non ho intenzione di parlarne in questo articolo perché già lo feci parlando di Plutone.
La fascia principale è la celeberrima fascia di asteroidi che girano attorno al Sole posta tra le orbite di Marte e Giove, stabilire quanti corpi contenga è impossibile perché alcuni sono piccolissimi, quello che è interessante è che i quattro corpi principali (in ordine di grandezza: Cerere, Vesta, Pallade e Igea) si spartiscono la metà della massa totale della fascia.
Un altro dato interessante sulla fascia è che a differenza di quanto qualcuno pensa gli asteroidi ivi contenuti non sono dei residui del Sistema Solare primordiale, anche perché la fascia è viva, i corpi al suo interno entrano in collisione (su scale di tempo astronomiche).
Cerere, il corpo più grande era già considerato un pianeta nano ed era l’unico nella fascia principale, ora però le osservazioni di Igea hanno per la prima volta permesso di fotografarlo abbastanza chiaramente da accorgersi che ha una forma sferica. Le caratteristiche per classificare un corpo come pianeta nano sono quattro:
_ che orbiti attorno al Sole;
_ che non sia un satellite di un altro pianeta;
_ che non abbia ripulito la sua orbita da ogni corpo minore perché se soddisfacesse anche questo criterio sarebbe un pianeta e non un pianeta nano (proprio sulla validità di questo criterio distintivo si appuntano le critiche di cui ho scritto nell’articolo su Plutone);
_ che abbia una massa abbastanza grande che la gravità fa assumere al corpo forma sferica.
A questo punto Igea con i suoi soli 430 km di diametro (misurazione affinata dal presente studio) e la sua forma sferica toglie a Cerere (molto più grande con i suoi 950 km ) il titolo di più piccolo pianeta nano del Sistema Solare,
Le osservazioni dell’asteroide Igea hanno rivelato anche qualcosa che gli astronomi non si aspettavano, qualcosa che dal loro punto di vista è anche più interessante. non ha un grande cratere da impatto. Igea fa parte di una della più importanti famiglie di asteroidi della fascia principale, che prende il nome proprio dall’oggetto principale, gli astronomi ritenevano che questa famiglia fosse stata creata da un impatto tra un corpo e il corpo che aveva dato origine alla famiglia, che Igea fosse quello che rimaneva del corpo originario e gli altri asteroidi della famiglia frammenti, quindi si aspettavano di trovare su Igea un grande cratere da impatto, invece ci sono solo due piccoli crateri che non possono essere testimonianza di un impatto del genere.
Dunque si sono messi a fare simulazioni e calcoli e sono giunti alla conclusione che il corpo che ha originato la famiglia Igea sia stato completamente sbriciolato nell’impatto (avvenuto due miliardi di anni fa) e che l’attuale asteroide (o pianeta nano) Igea si sia formato per aggregazione dei resti dell’impatto che hanno costituito l’attuale corpo sferico e una famiglia di piccoli asteroidi come compagni.
Roberto Todini