Una studentessa di Predappio, località famosa per aver dato i natali a Benito Mussolini, si è vista negare dal sindaco del comune romagnolo un contributo economico per partecipare a un viaggio studio che prevede la visita al campo di concentramento nazista di Auschwitz. La notizia, rivelata dall’associazione GenerAzioni in comune, e dall’omonimo gruppo di minoranza consiliare, ha acceso forti polemiche.
LA POSIZIONE DEL SINDACO
La giovane, che frequenta un istituto superiore, doveva salire sul “Treno della Memoria”, che ogni anno trasporta migliaia di studenti nel lager per permettere loro di conoscere da vicino gli orrori della Shoah. Ma il primo cittadino, Roberto Canali, eletto lo scorso maggio con una lista civica di centrodestra, non ha voluto versare i 370 euro necessari, giustificandosì in questo modo:
Questi progetti sono encomiabili, ma vanno da una parte sola. La memoria non può viaggiare a senso unico. Finché quei treni non fermeranno anche vicino alle Foibe, ai Gulag o al Muro di Berlino, la nostra posizione non cambierà. Siamo i primi a reputare fondamentali viaggi simili, ma non vogliamo che le altre disgrazie siano considerate meno importanti.
LE REAZIONI
La ragazza potrà comunque aggregarsi agli altri studenti. Sarà infatti la già citata GenerAzione in comune ad accollarsi le spese. Nelle parole dell’associazione emerge tutto lo sconcerto per una simile decisione:
E’ preoccupante che l’amministrazione comunale di Predappio, città che più delle altre dovrebbe sentire forte il dovere di impegnarsi per tenere viva la memoria, non abbia ritenuto di dare questo segnale: ci auguriamo che possa ripensarci, altrimenti sarebbe un fatto molto grave.
Una posizione condivisa anche da Miro Gori, presidente provinciale dell’Anpi di Forlì-Cesena, che a sua volta ha finanziato il viaggio di un secondo studente:
Mi sembra un incubo. Cosa significa che il Treno della Memoria è di parte? Lo sterminio di sei milioni di ebrei è una questione di parte? Allora dovremmo buttare i libri di storia. Che sia proprio Predappio a negare questa visita, lì dove i negozi sono pieni di oggetti del duce e dove si radunano i nostalgici del fascismo, è assurdo.
DINO CARDARELLI