Dopo quattro anni si è fatta giustizia: il caso di Saviano, denunciato per diffamazione nel 2015, è stato archiviato. Le accuse dello scrittore, esposte in un articolo su Repubblica, riguardavano gli stretti legami tra i quotidiani Cronache di Napoli e Cronache di Caserta, e le organizzazioni criminali.
In seguito all’articolo, Pellegrino Notte, amministratore della Libra Editrice ed editore dei quotidiani sopracitati, aveva denunciato lo scrittore Roberto Saviano e l’allora direttore di Repubblica Ezio Mauro.
Il Gip di Roma non ha accolto la querela, ma ha dato ragione allo scrittore e alla forza della verità. Come spiegazione, la dott.ssa Paola Di Nicola, ha aggiunto che le parole di Saviano erano una difesa contro le accuse di plagio, oltre che essere obiettive e veritiere.
Il caso di Enzo Palmesano
Passano sempre anni prima di ottenere giustizia e verità. Il lettore forse non ricorderà il caso del giornalista Enzo Palmesano, licenziato dal giornale di Caserta perché scriveva di “notizie scomode” per il boss Vincenzo Lubrano.
Il compito dei giornalisti è scrivere la verità, riportare notizie e fatti di cronaca. Perché licenziare un giornalista che ha avuto il coraggio di scrivere i fatti della sua città senza omertà? Eppure non basta il coraggio o essere giornalisti professionisti. In quel caso Enzo Palmesano è stato vittima di uno scambio di favori tra il quotidiano per cui lavorava e la Camorra.
Saviano aveva denunciato l’ingiusto licenziamento attraverso pagine taglienti ma cariche di prove. Già nel 2015 aveva riportato le intercettazioni dei boss mafiosi, i quali dichiaravano di aver convinto l’ex direttore di Cronache di Caserta Gianluigi Guarino a “ridimensionare” il giornalista Palmesano.
I giudici hanno dichiarato che, quelle di Saviano, non erano solo supposizioni, ma fatti riguardanti la realtà casertana.
Conclusioni
Il licenziamento di Enzo Palmesano è solo uno dei tanti casi che decreta le relazioni tra Cronache di Caserta e Camorra: i titoli degli articoli pubblicati quegli anni sono la dimostrazione dei legami tra giornale e mafia.
Saviano si è sempre battuto per la giustizia: i suoi libri fanno scalpore perché sono l’esempio di un uomo coraggioso che denuncia i fatti con la parola, un’arma più potente di qualsiasi gesto intimidatorio. Proprio come Palmesano.
L’avvocato di Saviano Antonio Nobile si è stupito della sentenza tanto esplicita emessa dai giudici. Anche se difende Saviano da molti anni, afferma di non aver mai letto le parole contiguità tra un’istituzione come il giornalismo e le organizzazioni mafiose.
Ci sono voluti quattro anni per archiviare il caso di Saviano, ma alla fine la verità ha vinto. Forse c’è ancora speranza?
Margherita Marchesi