“Non siete Stato voi uomini boia con la divisa
Che ammazzate di percosse i detenuti
Non siete Stato voi con gli anfibi
sulle facce disarmate prese a calci
come sacchi di rifiuti”.
Canta Michele Salvemini, in arte Caparezza. E il testo non lascia spazio a interpretazioni, è conciso e diretto. Fossero concisi, diretti e chiari certi processi che partono da vicende poco chiare, probabilmente non starei qua a scrivere.
Conegliano (Treviso) , Donald Fombu Mboyo, immigrato irregolare camerunense, viene fermato per un controllo da degli agenti di polizia. Il 37enne si agita, forse è ubriaco, forse è sotto effetto di sostanze stupefacenti, forse.
Il condizionale è d’obbligo visto che Mboyo non sopravvive al controllo della polizia, perché forse gli è venuto un infarto ed è deceduto. A fugare i dubbi sulle sue condizioni allo stato del fermo, sarà “forse” l’autopsia disposta per venerdì 10 giugno. Intanto i due agenti sono stati iscritto nel registro degli indagati perché forse sono rei di omicidio colposo. Per il questore di Treviso, l’iscrizione dei due agenti nel registro degli indagati è un atto dovuto, e tiene a precisare che è sicuro che i due abbiano agito correttamente. Per avvalorare la sua tesi, tira in ballo delle foto scattate al povero Mboyo, dalle quali, secondo il questore non sarebbero riscontrabili segni di violenza. Baba Ja, com’era conosciuto tra i suoi connazionali, secondo le testimonianze dei poliziotti, era ubriaco fradicio e forse drogato, ha opposto resistenza e c’è stata una colluttazione, durante la quale però gli agenti non avrebbero usato violenza. Alt! Chiunque di voi andasse a cercare sul vocabolario il termine “colluttazione” Sì accorgerebbe dell’enorme incongruenza della dichiarazione degli agenti, infatti, tra i sinonimi del termine ci sono lite furiosa, violenta rissa e zuffa, tra gli altri termini. Ciò presupporrebbe che ambedue le parti se le siano date di santa ragione.
A questo punto come direbbe Antonio Lubrano, la domanda sorge spontanea : com’è possibile che un uomo che non si regge in piedi le dia di santa ragione a due poliziotti? È com’è possibile una colluttazione non violenta? Forse avremo la risposta dopo l’autopsia, forse. E forse saranno accertate eventuali responsabilità, forse. Ovviamente di tutt’altro avviso sono in primis il legale della famiglia della vittima è tutta la comunità africana che accusano gli agenti di esserci andati giù pesante. Ovviamente noi siamo garantisti, ma fatto sta che in Italia, di solito quando qualcuno in divisa ferma un altro uomo con evidente difficoltà, o perché ha alzato il gomito, o perché è sotto effetto di sostanze stupefacenti, chissà perché quest’ultimo malcapitato muore sempre per infarto, o come per il caso di Aldrovandi, si suicida battendosi da solo con la testa nel muro o sull’asfalto.
Di queste ore giungono notizie su un altro caso simile occorso un pò di anni fa. Ottobre 2009, un giovane romano di 32enne, viene fermato e posto agli arresti per droga. Dopo una settimana di carcere, muore forse in circostanze misteriose. Stefano Cucchi .
Tutti oramai conosciamo la sua triste storia e tutti i depistaggi e gli insabbiamenti messi in atto dallo Stato, che non può certamente processare se stesso. Il procuratore generale, Eugenio Rubolino, ha usato parole durissime contro i medici del penitenziario Pertini e riferendosi alla dura prigionia a cui è stato costretto, “ torturato come Giulio Regeni come in un lager” e purtroppo conosciamo quest’altra vicenda ancora poco chiara.
Ed ancora, sempre durante il processo ha dichiarato :
“Stefano è stato ucciso dai servitori dello Stato, si tratta solo di stabilire le divise”.
Ha continuato la requisitoria dicendo
“Il ragazzo è stato pestato, ucciso quando era in mano dello Stato,ucciso da servitori dello Stato. Occorre restituire dignità a Stefano e all’intero Paese. Bisogna evitare che muoia una terza volta”.
Intanto, oltre ai medici, chiesti l’arresto per 5 carabinieri. Staremo a vedere cosa succederà e approfondiremo a breve l’argomento. Sperando la vicenda di Mboyo non diventi un altro caso Cucchi.