L’edizione numero 103 del Giro d’Italia è stata recentemente presentata e ha sollevato un clamore che non si verificava da moltissimi anni. Tra la presenza del divo della bicicletta Peter Sagan e un percorso che non ha convinto una buona fetta di pubblico ci sono alcuni nodi da sciogliere per comprendere al meglio da dove deriva questo scetticismo.
Nella storia dei tre Grandi Giri si è sempre osservata una certa predominanza in termini di appeal del Tour e del Giro. Più staccata, anche per una mera questione anagrafica, la Vuelta. Tuttavia, da una decina d’anni si è visto un lieve calo di interesse verso la corsa rosa, considerata spesso troppo dura in termini di fatiche e comunque non all’altezza del blasone della Grande Boucle. Non è di certo questo il momento per ricordare ciò che ha significato il Giro per la storia del ciclismo. Tuttavia, resta il fatto che sminuirlo senza argomentare dimostra a volte poco rispetto. Ciò nonostante, ci sono dei motivi per cui la corsa italiana è passata da essere la prima ex aequo a ultima in termini di appeal verso i ciclisti. Per questo il Giro d’Italia 2020 punterà ad invertire questo strano trend.
Particolarità
La presentazione del Giro d’Italia 2020 ha svelato un percorso poco “tradizionale”. Meno salite da imprese eroiche e molti più chilometri a cronometro. La volontà è quella di avvicinare campioni che storicamente hanno puntato su altre corse più “umane”. Una sorta di coperta corta, si toglie la storia e la peculiarità del Giro per recuperare mediaticamente attraverso uomini pop. La mossa dell’organizzazione del Giro d’Italia 2020 è di certo azzardata ma renderà la stagione a dir poco spettacolare, con molti fuoriclasse che cercheranno il bis Giro-Tour che non riesce dai tempi di Pantani, nel 1998.
Dopo essere partiti da Israele nel 2018, la 103esima edizione partirà dall’Ungheria, dove si svolgeranno le prime tappe. Inoltre, ci sarà molto meridione nel percorso, quasi a voler smorzare gli attriti sorti dopo l’edizione del 2019. Il percorso prevede ben 58,8 km di prove contro il tempo, che di sicuro vanno a svantaggio degli scalatori puri, come Bernal, Carapaz, Quintana e Lòpez. Per contro, uomini come Geraint Thomas e Primož Roglič potranno far valere le loro grandi doti da cronomen… Froome permettendo. In casa Ineos avranno un gran bel nodo da sciogliere visto che, come ha dichiarato il campione uscente Carapaz (appena passato all’ex Team Sky) punteranno a fare bottino completo nei Grandi Giri. Stesso dicasi per i Jumbo Visma, che dovranno capire a chi affidare la corsa rosa, tra lo sloveno vincitore della Vuelta o l’olandese Dumoulin, già vincitore nel 2017 e dalle caratteristiche simili al neo-compagno di squadra. La tappa regina sarà la numero 18 con la Cima Coppi fissata in vetta allo Stelvio. Si prevede un inferno.
Il fattore Sagan
Era il sogno di tutti. Finalmente sarà realtà: Peter Sagan ha annunciato la sua partecipazione al Giro d’Italia 2020. Il tre volte iridato e sette volte vincitore della classifica a punti del Tour punterà ad arricchire il suo già immenso palmarès con qualche tappa al Giro e, magari, con la maglia ciclamino. Senza dubbio il percorso del 2020 ha aiutato molto lo slovacco nella scelta. Un corridore potente e pesante come lui avrebbe fatto molta fatica, come ha sempre ammesso egli stesso, su percorsi micidiali come quelli degli anni scorsi. Resta però innegabile che la sua partecipazione potrà solo giovare all’appeal della corsa rosa, visto che nessuno come lui è in grado di catalizzare l’attenzione e di rendere pop tutto il movimento.
Basterà per superare il Tour?
Innanzitutto, bisogna premettere che questa versione del Giro continuerà a non convincere, soprattutto i più nostalgici. Ciò nonostante, il tentativo dell’organizzazione è ambizioso e intrigante. Basterà per competere con il Tour de France? La vera domanda è: Perché tutti necessitano di avere questa competizione con il Tour? La storia del ciclismo va di pari passo con quella del Giro quindi tutto il resto è pura chiacchiera da bar. L’edizione numero 103 di sicuro divertirà il pubblico, anche se con ogni probabilità, sarà solo un anno di passaggio.
Federico Smania