L’epopea della spazzatura. Curatores Varium e Ediles dell’Impero Romano, come Roma Capitale e AMA, ancora combattono la stessa guerra.
In che modo pulire Roma dalla spazzatura? Ma soprattutto: chi paga?
Nulla cambia mai per le strade della Capitale, nonostante i millenni. Un’epopea infinita.
L’epopea della spazzatura a Roma ebbe inizio durante l’Epoca Imperiale, la popolazione aumentava e con essa anche i suoi rifiuti. Così già nel 20 A.C. furono istituiti quegli organismi che ancora oggi gestiscono l’urticante problema della spazzatura di Roma. C’erano i Curatores Varium, i magistrati a cui era affidata la cura della città; e c’erano gli Ediles, i netturbini responsabili delle vie romane. Quindi già allora amministrazione pubblica e privati si dividevano le spese.
20 A.C. La spazzatura di Mons Testaceus e le discariche esauste
L’epopea prosegue. Accordi storici e romani esauriti
Il problema era serio anche allora, visto che nell’Epoca Imperiale Roma aveva già circa un milione di abitanti. Occorreva quindi trovare un accordo funzionale per ripulire le vie comunali dalle cataste di spazzatura sovrapposte sul manto stradale. Monte Testaccio ne è la prova: un monte artificiale di circa trenta metri di altezza e con la circonferenza di un chilometro, formato da accumuli di cocci gettati lì, provenienti dalle anfore che sbarcavano lungo il porto fluviale. Il primo palese esempio di discarica abusiva. Così, affrontato il grattacapo e nominate le istituzioni idonee, il problema si credeva fosse risolto. Invece l’epopea della spazzatura prosegue, e ancora oggi le discariche di Roma capitale sono stracolme, esauste, esaurite come la pazienza dei cittadini romani che, nonostante la lucrosa TARI, non riescono a vedere la propria città pulita.
Torniamo nel ventunesimo secolo. Primo Ottobre 2019: il bilancio “invotabile” e la spazzatura come foglie d’autunno.
Il nuovo CDA ( il settimo in tre anni e mezzo) ci riprova, ma salta per la seconda volta l’assemblea dei soci convocata per l’approvazione del bilancio “spazzatura”.
A cosa ci conduce la trama della nostra epopea della spazzatura? Oggi, ventunesimo secolo, succede che il bilancio non viene approvato (di nuovo), quello stesso bilancio già riproposto tre mesi fa e considerato dal Campidoglio “invotabile”.
Questo perchè? In tutte le migliori “famiglie” si sa che le liti nascono sempre per questioni di soldi. Infatti si parla di vecchi crediti pretesi dall’AMA che Roma Capitale, assolutamente, nega. 77 milioni… Pochi spicci insomma, quasi quanto le tonnellate di spazzatura su Roma.
Il problema quindi è serio, la trama dell’epopea della spazzatura si infittisce tenendoci sulle spine: la Raggi se la prende con il M5S, l’AMA intanto rischia il collasso, Zingaretti incalza contro Campidoglio e AMA… “… che al mercato mio padre comprò…”
E intanto la spazzatura di Roma assume colorazioni autunnali, sostituendo le foglie che cadono e sommergendo le strade della Capitale.
I giri infiniti della spazzatura romana. L’epopea prosegue incalzante.
Le migrazioni della spazzatura
E mentre l’AMA è quasi al collasso, Zingaretti incalza con il fatidico ultimatum, dando una proroga alle misure di emergenza spazzatura di 15 giorni. I Curatores Varium del Campidoglio tremano, in appena due settimane la soluzione?
Si perché la spazzatura di Roma attualmente viaggia più di un uccello migratore, stormi di pattume che vanno e vengono. Questo dal momento che Roma non ha impianti di smaltimento, ragion per cui l’immondizia migra in regioni vicine dove il pattume verrà trattato per poi ritornare nel Lazio, dove sarà alla fine smaltito in quelle poche discariche ormai quasi ai livelli di Monte Testaccio.
Spazzatura e monumenti. L’Epopea della spazzatura si fa arte.
Spazzatura nella nuova arte architettonica di Roma?
Nella periferia di Roma ecco spuntare le “forme artistiche spazzatura”. Sull’ardeatina un enorme globo di immondizia sovrasta la strada, illuminando il centro della rotatoria. Un effetto stupendo di notte, poi il giorno intravedi nella “palla” cassette di plastica, vecchi giochi, buste e pattume vario. Eppure fa il suo bell’effetto.
Che sia forse questa la soluzione? Rendere arte la nostra immondizia?
Se questa corrente artistica dovesse prendere piede, considarata la quantità di spazzatura presente a Roma, è probabile che in pochissimo tempo potremo godere della vista di giganti monumenti e, perchè no, passeggiare tutti per le vie della città, facendo la fila all’entrata di un moderno Anfiteatro, il Colosseo di spazzatura dove si terranno divertenti giochi ludici suffragiati dal pollice dei Like.
L’epopea della spazzatura non finisce qui… To be continued…
Sabrina Casani