Giornata dedicata al voto in Austria oggi 29 settembre. Dopo il crollo del governo nel maggio scorso e alcuni mesi di governo tecnico gli austriaci tornano alle urne.
L’ex cancelliere Sebastian Kurz si presenta al giorno decisivo fiducioso dati i risultati degli ultimi sondaggi che lo vedono approdare al 35% dei consensi. L’ÖVP, il partito dei moderati di cui Kurz è leader ha governato nella scorsa legislatura insieme all’FPÖ, il partito austriaco della destra radicale. Il connubio si è concluso con lo scandalo Ibiza-Gate che ha coinvolto il leader dell’FPÖ, Heinz Christian Strache, accusato di corruzione per via di una discussione registrata in un video riguardante concessioni di appalti e compiacenze a vantaggio di un’oligarca russa.
Nonostante la mozione di sfiducia del Parlemento austriaco votata a maggio, che ha visto partecipare i suoi stessi alleati della destra radicale, Sebastian Kurz mantiene salda la sua leadership. Sembra ormai acclarato che sarà il giovane ex cancelliere trentatreenne a formare nuovamente il governo. Tuttavia Kurz non potrà governare con le sue sole forze, è necessaria un’alleanza. Questo è il punto fondamentale su cui si decideranno le sorti del nuovo governo per l’Austria. Le alternative per Kurz sono principalmente due: una rinnovata alleanza con l’FPÖ, forte di un consenso del 20% secondo i sondaggi; o l’alternativa dell’SPÖ, i socialdemocratici, con cui il partito di Kurz ha condotto in passato uno dei rapporti di convivenza più longevi a livello politico europeo.
Dopo lo scandalo dell’ Ibiza-Gate, si sarebbe aspettata una ripresa da parte della socialdemocrazia austriaca nel livello dei consensi. Mentre la destra radicale ha perso relativamente poco terreno, invece, solo il partito moderato di Sebastian Kurz ha aumentato i sui punti percentuali. Il giovane ex cancelliere, riconosciuto e considerato a livello europeo, ha condotto una campagna elettorale che non ha chiuso le porte a nessuna delle due alternative. Le dichiarazioni ferme a proposito dell’immigrazione e del controllo delle frontiere lo rendono interessante agli occhi dell’elettore orientato a destra. L’apertura ad alcune tematiche ambientalista affascinano l’elettorato dei Verdi.
A proposito dei Verdi si prende nota di una rapida crescita, gli ambientalisti salgono al 13% nei sondaggi. Mentre la nuova formazione NEOS, liberali, si attestano all’8%. Al papabile cancelliere non mancherebbero, dunque, alternative per un governo che oltrepassi gli storici schemi politici tradizionali. Tutta l’Europa si concentra sul risultato e sulle soluzioni possibili per la futura politica di un piccolo stato che occupa una posizione strategica.
Anche l’Italia osserva le mosse di Sebastian Kurz. I suoi proclami duri nei confronti delle alternative all’attuale Fiscal compact e al trattato di Dublino, rendono l’ex cancelliere un possibile rivale per le politiche di rinnovamento ventilate dal governo giallo-rosso. Nuove incognite si affacciano sul futuro dell’Unione Europea.
Paolo Onnis