Di Leonardo Melis
Sulla scia dell’entusiasmo apportato da scoperte avvenute di recente, come la cittadella “nuragica” nei pressi di El-Ahwat (Le Pareti), sul Monte Carmelo, avvenuta nel 1992 a seguito di una sistematica ricerca nella regione di Manasse, nella Samaria e nella regione del Giordano e di Wadi Ara, a opera di una equipe israeliana con la partecipazione di archeologi sardi, vogliamo cimentarci nell’impresa di dare finalmente una collocazione storica documentata ai misteriosi “Popoli del Mare” e ai Shardana in particolare.
Il lettore attento e appassionato sa che non siamo comunque i soli a proporre l’ipotesi dei Shardana dominatori e non dominati (Carta Raspi docet!). Come non possiamo dire che non si sia ancora scritto di Sardegna e non sarà quest’opera l’ultima a parlarne, né sarà più importante di altre. Quello che ci proponiamo, dopo anni di buoni propositi, di ripensamenti e soprattutto di ricerche su nuovi e antichi testi, è di raccontare la nostra Storia con gli occhi e col cuore di Sardi, anzi di Shardana. Certo che, i Romani soprattutto, ma anche i Greci, hanno sempre cercato di sminuire la fama di questi loro nemici, che a più riprese li avevano battuti e umiliati. Basterebbe ricordare che Roma aveva dovuto, all’inizio della sua storia, sopportare i monarchi Etruschi che, guarda caso, erano imposti dalla talassocrazia Shardana. E’ noto, infatti, che essi chiamavano questi Lucumoni: Sardi. Mai essi avrebbero potuto raccontare ai posteri quanto ancora appare fantascientifico, che cioè l’orgogliosa Creta minoica, la poderosa Micene, il formidabile impero Ittita furono letteralmente cancellati da quelle terribili invasioni dei Popoli del Mare, che gli Shardana sicuramente guidavano insieme ai loro amici Tursha (Etruschi) e Shakalasa (Siculi), Wasasha (Corsi), cui si aggiunsero i Liku, i Libu (Libici), Phelets (Filistei) e i Danen, i Tjeker, i Saksar (Sassoni) e gli Akaiasa distruttori di Troia. I Romani se ne guardarono bene dal raccontare tali imprese.
Altri Popoli, fra questi gli Egizi, considerarono invece i Shardana con rispetto, anzi ne fecero dei preziosi alleati. Il grande Ramses II li ebbe a fianco a Qadesh contro gli Ittiti e, riconoscente, li menzionò spesso nei bassorilievi e negli scritti che raccontavano le sue vittorie. Altrettanto fecero prima di lui Amenophis III, Tuthmosis III e altri sovrani. L’Egitto è pieno di ricordi dei “Shardana del mare”. Ramses III si vantò di averli battuti per primo, quando li bloccò sul Delta intorno al 1180 a.C., ma è più probabile che si accordasse con loro, facendone poi dei mercenari che presidiavano le frontiere e il Delta stesso. Pausania, Tolomeo, Diodoro Siculo e il grande Erodoto li chiamavano anche Eraclidi, discendenti da Sardo figlio di Eracle, padroni incontrastati del Mediterraneo Occidentale, che da loro prese il nome di Mare Sardo. E’ probabile che essi navigassero anche nelle coste occidentali dell’Africa, impedendo che altri lo facessero (e per questo posero i limiti del mondo nelle Colonne d’Eracle, o degli Eraclidi). Il motivo era probabilmente economico. I Shardana avevano il monopolio del bronzo, in Sardegna abbondava il rame ma lo stagno era introvabile in tutta Europa (fu scoperto dai Fenici intorno al 900 a.C. in Cornovaglia), costeggiando l’Africa si arrivava nella zona sud-orientale e, risalendo il fiume Limpopo, si approdava presso quel luogo ricco di miniere noto fin dall’antichità e dove qualcuno collocò le miniere di re Salomone: il Grande Zimbhabwe.
Per concludere, dopo molti ripensamenti dovuti anche alla nostra educazione religiosa, abbiamo deciso di affrontare un argomento che a primo acchito potrà sembrare azzardato. Ma troppi erano gli elementi in nostra mano e altri nel frattempo sono venuti da pubblicazioni di studiosi d’oltralpe. I viaggi in località che testimoniano la validità della tesi che proponiamo, i contatti con altri studiosi, anche con l’aiuto della Rete, che ci consente di dialogare con persone lontane migliaia di chilometri restando comodamente seduti davanti al computer, lo scoop di due studiosi francesi sull’origine di Abramo e Mosè, alcuni documenti pubblicati dalla rivista francese Imago nel 1937 a firma Sigmund Freud sull’origine di Mosè e del Popolo Ebraico, ci hanno incoraggiati a proseguire sulla traccia lasciata dalla Tribù Perduta di Dan, anzi dai Sher-Dan!
SHARDANA: Shrdn, Shardin, Sher-Dan. Principi di Dan, spesso indicati come i veri promotori delle invasioni che si ripeterono a ondate successive fin dal 1700 a.C. (Hiksos?). Costituivano anche la flotta d’appoggio per il trasporto truppe e vettovaglie, non disdegnando ogni tanto di sganciarsi dal resto della coalizione per tentare imprese di pirateria sulle coste ricche d’Egitto e Grecia. Sono identificati con gli abitatori delle Isole Sarde. Affiancano Ramessu (Ra-Mose, Ramses II) a Qadesh contro gli Ittiti. Probabile il loro inglobamento nella tribù di Dan da parte di Mosè. Gli antichi li chiamavano anche Eraclidi, Tespiadi, Tirrenidi, Pelasgi (ma quest’ultima denominazione potrebbe essere riferita ai loro cugini Pheleset, mentre Tirrenidi indicava anche i fratelli Tursha). Probabilmente erano i Danai citati da Omero nell’Iliade insieme a Tjeker (Teucri), Likku (Lici) e Akawasa (Achei). Per gli autori greci discendevano da Danao esule dall’Egitto. Ma è più probabile che emigrassero in Sardegna verso il 2300-2000 a.C. dall’Asia Minore (durante l’Impero Akkadico?), in seguito ad una carestia durata più di trecento anni.
TJEKER: Teucri. Omero nella sua Iliade li identifica con i Troiani. Con i Shardana costituivano la flotta della Coalizione. Anche i Tjeker si stabilirono in Palestina nel periodo dell’Esodo. La città costiera di Dor, da loro fondata (dal romanzo “Il viaggio di Wenamun” 1080 a.C.), avrebbe dato il nome ai distruttori di Micene: i Dori, secondo alcuni studiosi, appartenenti ai Popoli del Mare. Le Tribù di Issacar e Aser appartenevano a questo Popolo.
AKWASHA: Ekwesh, Akaiasa. Forse gli Achei di Omero. Meneptah dice che erano dei circoncisi come i Shardana, particolare usanza che proverebbe la possibilità del coinvolgimento della tribù perduta di Dan e di Mosè nello scenario dei Popoli del Mare.
LIKKU: nella battaglia di Qadesh stanno con gli Ittiti, insieme a un contingente di Shardana (Questi ultimi però stavano in maggior parte con gli Egizi), marinai provetti, forse Liguri o più sicuramente Lici. Parteciparono anch’essi alla guerra di Troia, come alleati dei Teucri-Tjekker.
LIBU: sicuramente Libici. Durante il regno di Meneptah (1220) sono protagonisti di una rivolta che rischia di travolgere l’impero egizio. Nel 945 a.C. s’impadroniscono del potere in Egitto con l’aiuto dei Shardana e fondano la XXII dinastia.
TERESH (Tursha): Tyrsenoi, Tirreni, Etruschi. Stretti parenti dei Shardana, coi quali fondarono parecchie città in Iberia, Italia e Sardegna: la biblica Tarshish o Tartesso, la sarda Tharros (da loro anche il nome del maggior fiume sardo, il Thirso), Nabui (Neapolis) sempre in Sardegna. Dopo l’ultima invasione (1.200 a.C.) abitarono probabilmente la Lidia, governati dagli Eraclidi (Shardana), come racconta Erodoto. Verso il IX secolo, forse per una carestia, o molto più probabile per la pressione degli Assiri, si stabilirono nella penisola italica col consenso dei Shardana, i quali cedettero loro l’influenza della parte orientale del Mare Sardo che da loro prese poi il nome di Tirreno. Tale concessione però dovettero pagarla acconsentendo che a governarli fossero i re scelti fra i dignitari sardi. Gli storici romani chiamavano i lucumoni etruschi col nome di Sardi, spiegando che essi erano scelti tra i Sardi (Strabone); “reges soliti sunt esse Etruscorum, qui Sardi appellantur” (Festo), e nei LUDI CAPITOLINI troviamo: “Quia Etrusca gens orta est Sardibus” anche se sembra un’esagerazione dare l’origine dei Thursa ai Sardi.
SHAKALASA: Shekelesh, probabilmente Siculi o Sicani. Un ritrovamento, a Monte Dessueri (SR) in Sicilia, di anfore identiche a quelle della necropoli di Azor, presso Giaffa (XI sec. a.C.), porterebbe a pensare che anche i Shekelesh fossero coinvolti negli avvenimenti raccontati dalla Bibbia, come Shardana, Tjekker e Phelets. Le pajare nel Salento (Puglia), simili a “Nuraghes”, sono opera dei Sakalasha?
PHELETS: Pulutasi, Filistei, forse i mitici Pelasgi. La Bibbia dice che venivano da Kaftor (Creta), annoverandoli però fra i popoli “Camiti”. Ciò non è esatto: essendo essi Anatolici (o anche Egei) erano invece discendenti da Japhet come il resto dei Popoli del Mare. Diedero il nome alla Palestina. A differenza di Danai (Shardana) e Tjeker che si unirono alle tribù guidate da Mosè, i Phelets furono sempre in contrasto col Popolo Ebraico. Ma furono probabilmente la guardia del corpo del Re Davide (Samuele II-15).
DENEN: Danen, Danuna, Danai (gli stessi Sher-Dan), probabilmente si unirono agli Ebrei nell’Esodo, formando o aggiungendosi alla tribù di Dan, dalla quale si staccarono per andare a “vivere sulle navi” una volta arrivati in Palestina e scomparendo poi misteriosamente. Ma è probabile che salpassero per la Sardegna per poi colonizzare le terre del Nord-Europa, da dove ripartivano coi loro alleati per imprese di conquista e di pirateria. Forse i fantastici Iperborei spesso nominati dai Greci altri non erano che i Danen abitatori delle Isole del Settentrione. Ricordiamo che i primi colonizzatori dell’Irlanda furono, secondo la mitologia, i Tuatha de Danan e che la Grande Madre di tutti gli Dei era in Irlanda Danu e in Inghilterra Dona.
WESHESH: Wasasha. Corsi? O forse Wilusha, dal nome ittita di Ilio-Troia. E’ probabile che, come i Shardana, risiedessero in varie località. Nel Papiro di Harris Ramses III li chiama, infatti, “Washesh del mare”.
MESHWESH: mercenari Libici, forse le tribù beduine, i nomadi del deserto.
SAKSAR: Sassoni?
DORI: non sono citati dagli Egizi, ma erano pure loro appartenenti ai Popoli del Mare dell’ultima invasione del 1200 a.C. Forse provenivano dalla città Tjeker di Dor, in Palestina.
I POPOLI DEL MARE avevano un aspetto, a noi ben noto, tramandato dai bronzetti che in grande quantità sono sparsi per tutta l’area mediterranea e principalmente in Sardegna, Lazio Toscana, Cipro, Creta…
BUENO… DAL PRIMO libro di Leonardo Melis “SHARDANA i Popoli del Mare” … 15 ristampe e pubblicato in francia etc…
Certo!