L’addio ai ghiacciai europei potrebbe arrivare prima del previsto
Mentre nel mondo ci si prepara al “Fridays for Future” sulla scia dell’entusiasmo di una giovane attivista svedese, in Europa la situazione dei ghiacciai è al punto di non ritorno, tanto che Legambiente si fa promotrice dell’iniziativa “Requiem per un Ghiacciaio”.
Negli ultimi anni, immagini sempre più scioccanti ci arrivano dalle masse ghiacciate di tutto il mondo: enormi metri cubi di ghiaccio crollano disperdendosi in mare, dando il via a una serie di conseguenze devastanti tanto per l’ecosistema quanto per l’attività umane ad esso collegate.
Ma non sono solo i blocchi artici ed antartici a preoccupare: molto più vicino a noi e a in alta quota, i grandi ghiacciai iniziano a muoversi al ritmo più elevato mai registrato.
Qualche giorno fa, è stato lanciato l’allarme per il rischio di slittamento di 250 mila metri cubi del ghiacciaio del Planpincieux, sul versante italiano del Monte Bianco.
Con 50-60 cm al giorno di spostamento, il sindaco di Courmayeur ha disposto la chiusura della strada della Val Ferret e l’evacuazione di alcuni immobili, tenendo conto che alcune unità residenziali potrebbero rimanere isolate dalle frane.
Sorte che toccherà anche ad altri grandi ghiacciai italiani, come quello del Lys, sempre il Valle d’Aosta, e quello dei Forni, in Valtellina, la massa ghiacciata valliva più estesa d’Italia.
Recentemente, un dossier pubblicato dal WWF intitolato “La crisi climatica nel Mediterraneo: alcuni dati”, che anticipa a sua volta il rapporto IPCC “Special Report on the Ocean and Cryosphere in Changing Climate”, evidenzia come dal 1962 ad oggi la superficie totale dei ghiacciai si sia ridotta del 40%.
A questo ritmo, in 20/30 anni i ghiacciai sotto i 3500 metri sono destinati a sparire.
Una situazione preoccupante in tutto il continente europeo: in agosto, ad esempio, si è celebrato in Islanda un funerale simbolico per commemorare il Okjokull, scomparso a 700 anni di vita. Un gruppo di scienziati islandesi e statunitensi hanno camminato fino alla vetta dell’ex ghiacciaio rendendogli omaggio con un targa.
Un’iniziativa simili si è svolta anche in Svizzera, sul Pizol, dove circa 200 persone si sono recati sino alle pendici della montagna.
Idea ripresa da Legambiente con l’iniziativa “Requiem per un Ghiacciaio”, promossa il 27-28-29 settembre su tutto l’arco alpino per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione dei ghiacciai italiani, organizzata in concomitanza con lo sciopero generale per il clima di venerdì 27.
La serie di eventi sarà inaugurata venerdì con ghiaccio del Lys in Valle d’Aosta, con quello del Monviso in Piemonte e il Montasio in Friuli-Venezia Giulia.
Sabato sarà la volta di Stelvio (provincia di Bolzano) e Marmolada (provincia di Trento).
A chiudere il weekend, arriveranno domenica le manifestazioni sui ghiacciai del Brenta in provincia di Trento e si ritonerà in Friuli con il ghiacciaio del Montasio.
Chiara Nobis