Il mondo che ci viene raccontato è sempre più lontano da quello reale e in questo contesto la cattiva informazione gioca un ruolo fondamentale sulla popolazione. Ciò che percepiamo si allontana progressivamente dalla realtà, fino ad influenzare il sentiment attorno ad idee senza fondamenti. Quali sono le più grandi menzogne che ci vengono raccontate?
In un recente intervento alla Scuola di Politiche, il professor Nando Pagnoncelli ha mostrato attraverso il suo libro La Penisola che non c’è un quadro drammatico del nostro Paese. Secondo le indagini statistiche svolte da Ipsos l’Italia è tra i primi paesi al mondo in termini di divario tra percezione e realtà. Ma cosa comporta questa grave crisi conoscitiva nella popolazione? Innanzitutto, questo delta influenza negativamente l’opinione pubblica, attraverso percezioni distorte e competenze limitate. Secondo lo stesso Pagnoncelli il problema principale italiano sta in un tasso molto alto dell’indice di ignoranza che comporta a sua volta una dilatazione spropositata e senza alcun tipo di conoscenza dei fenomeni sociali. E attenzione, perché in questo momento il sentiment influenza fortemente l’elettorato (e viceversa). Pertanto, molte forze politiche hanno nessun interesse a fermare quest’ondata di mala-informazione, anzi. Ma cosa crediamo? E cos’è reale?
Cosa crediamo?
Prendiamo sei dati: tasso di omicidi, musulmani, possessori di smartphone, immigrati, diabetici e ragazze madri. Sei temi molto delicati e spesso al centro del dibattito pubblico. Secondo i dati Ipsos del 2017, il 49% degli italiani crede che gli omicidi siano aumentati rispetto a vent’anni fa. Una persona su quattro è immigrata e una su cinque è musulmana. Sempre secondo Ipsos, gli italiani affermano che 91 persone su 100 siano in possesso di uno smartphone. Per la popolazione italiana più di una persona su tre ha il diabete. Si pensa che circa il 17% delle teenagers siano ragazze madri, ovvero che portano a termine una gravidanza prima dei 19 anni. Ok, se vi scappa un sorriso possiamo comprendervi.
Qual è la realtà?
Ora è giunto il momento di capire quanto ampio sia il divario tra percezione e realtà. Solo l’8% della popolazione afferma che gli omicidi sono diminuiti, ed infatti dal 2000 la percentuale di crimini è scesa del 39%. Gli immigrati in Italia, a seconda delle fonti che restano comunque attendibili, variano dal 7 al 10%, ben lontani dal 25 quindi. Gli abitanti di fede islamica sono circa 1,5 milioni, attorno al 2%, a differenza del 20% percepito. Sei persone su dieci possiedono uno smartphone, non 9. Il tasso di diabetici, che probabilmente rappresentava la statistica più bizzarra, è di appena il 5%, mentre le ragazze madri sono lo 0,6% e non il 17!
Una via d’uscita c’è?
Perché, con dei dati così evidenti, non si costruisce una narrazione alternativa fondata su ciò che è reale e non sui falsi miti? Evidentemente non c’è una volontà di ridurre il divario tra percezione e realtà. D’altronde il sentimento influenza in modo drastico il comportamento elettorale e per questo non ci sarà mai un unico racconto su ciò che appunto è reale. La percezione si allontana dalla realtà tanto quanto la politica (di alcuni) dall’etica. Allora l’invito di Pagnoncelli a porsi delle domande e ad avere dei dubbi è quanto mai corretto e forse è l’unica via di scampo.
Federico Smania