Edward Snowden starebbe ancora cercando asilo politico in Germania: è lui stesso a dichiararlo, in un’intervista recentemente rilasciata alla rivista tedesca Die Welt.
“Se la Germania mi fornisse asilo, non sarebbe considerato un atto ostile contro gli Stati Uniti,” ha dichiarato il giovane esiliato.
Dopo le sue dettagliate rivelazioni sui programmi di sorveglianza globale, nel 2013, il governo statunitense aveva classificato Snowden come nemico dello stato, portandolo a ricevere un’accusa di spionaggio. Le sue rivelazioni avevano scosso le coscienze a livello mondiale, portando l’utente medio di Internet a riflettere sulla portata di informazioni personali che ogni giorno concede gratuitamente alla rete.
Nel corso di una seconda intervista rilasciata alla rivista Der Siegel, il giovane whistleblower si è aperto sulle difficili condizioni psicologiche che lo accompagnano dai tempi delle sue scottanti rivelazioni. L’ex collaboratore della US National Security Agency vive esiliato in Russia da sei anni, lontano dagli affetti. Nelle più diffuse fotografie che lo ritraggono, lo sguardo tradisce una comprensibile tristezza. Tuttavia, egli ha dichiarato di non essersi mai lasciato sopraffare dalla depressione:
“Non ho, né ho mai avuto, pensieri suicidi. Sono filosoficamente avverso all’idea del suicidio, e se mai un giorno cadrò dalla finestra, potete stare sicuri che sarò stato spinto,” è la sua amara riflessione.
Il memoriale
Snowden si è inoltre dedicato alla stesura di un memoriale, dal titolo Permanent Record (in Italia Errore di sistema), che sarà rilasciato a livello mondiale questo 17 settembre. Il testo fornisce un importante resoconto autobiografico, partendo dall’infanzia del giovane informatico fino ad arrivare alle rivelazioni che lo hanno reso un caso globale. Sulla storia del coraggioso whistleblower è inoltre stato realizzato un biopic, Snowden (regia di Oliver Stone), uscito nelle sale nel 2016.
Il colloquio con Saviano
Qualche giorno fa, Snowden ha concesso una lunga intervista a Roberto Saviano, pubblicata poi sul quotidiano Repubblica. I due intellettuali, entrambi sotto protezione, hanno discusso della degenerazione di Internet: da strumento di condivisione e pluralità a strumento asservito al capitalismo più becero e ai meccanismi dell’ingegneria sociale. L’ex collaboratore NSA si è espresso duramente anche su Mark Zuckerberg, attaccandolo sul piano morale:
“Credo che quando Zuckerberg invecchierà, si guarderà indietro, vedrà il suo fascicolo personale e si rammaricherà di non aver usato le risorse di cui oggi dispone per qualcosa di più nobile e importante, che non vendere più pubblicità.”
Agata Virgilio