Charlie Cole, fotografo americano tra i più popolari del mondo, è morto stamattina, all’età di 64 anni, a Bali, in Indonesia, dove viveva da tempo. Non si conoscono le cause del decesso. Il suo nome rimarrà per sempre legato ai fatti di Piazza Tienanmen.
LA FOTO DEL “TANK MAN”
Nato in Texas nel 1955, Cole aveva infatti scattato, il 5 giugno del 1989, quella che diventerà la fotografia più famosa delle proteste in atto a Pechino. Nell’immagine, ottenuta con un teleobiettivo dal balcone di un hotel, si vede un uomo disarmato, con in mano delle buste di plastica, che da solo e in piedi si contrappone a una colonna composta da tre carri armati. L’identità dell’uomo non è mai stata conosciuta. La foto divenne ben presto il simbolo delle manifestazioni che erano in corso già da un paio di mesi nella capitale cinese, coinvolgendo studenti, operai e intellettuali, e che avevano provocato la morte di migliaia di civili. Un modello di lotta non violenta per difendere la democrazia e i diritti umani.
PREMIATO COL WORLD PRESS PHOTO
In realtà Charlie Cole non fu l’unico a scattare quell’immagine. Furono cinque, in totale, i fotografi di diverse agenzie capaci di immortalare quel momento. Ma la sua foto ebbe maggiore notorietà. Pubblicata nel 1986 sul settimanale Newsweek, ebbe una vasta diffusione in tutto il mondo. Nel 1990 vinse uno dei premi più prestigiosi in ambito fotografico, il World Press Photo.
IL RACCONTO A DISTANZA DI ANNI
Anni dopo, Cole raccontò le sensazioni che aveva provato assistendo alla scena che stava riprendendo. Disse che pensava che l’uomo sarebbe stato ucciso, e per questo motivo si sentiva in dovere di immortalare gli ultimi istanti della sua vita. Poi però il manifestante venne allontanato dalla strada da due uomini, e non si è più saputo nulla di lui. Cole, temendo che il governo cinese avrebbe perquisito la sua camera di albergo, nascose il rullino in bagno per impedire che venisse trovato.
DINO CARDARELLI