Mangiare più di quanto il nostro corpo necessiti fa male, è risaputo. Meno note sono però le conseguenze che questo ha non solo sul nostro corpo ma sul mondo che ci circonda: l’obesità danneggia anche l’ambiente
Ricchi banchetti alle cerimonie, aperitivi cool del giovedì sera, abbuffate nei ristoranti all you can eat: nel parco giochi della società dei consumi, talvolta ci si riempie di cibo anche soltanto per compagnia, perché senza consumare non si ha molto altro da fare. Tutto questo, in barba a quelle regioni del mondo nelle quali, invece, di cibo non ce n’è a sufficienza.
È così che, anno dopo anno, da una parte aumenta la schiera dei denutriti, dall’altra quella degli obesi. Come se non bastasse, coloro che fanno parte di questa seconda schiera non solo fanno un torto a loro stessi, poiché il sovrappeso rappresenta una grave minaccia per la salute, ma alla natura, in quanto l’obesità danneggia anche l’ambiente.
Secondo una ricerca pubblicata su Frontiers in Nutrition,i cibi ad alto contenuto calorico sarebbero anche quelli che contribuiscono di più alle emissioni di gas a effetto serra, oltre ad utilizzare una maggiore quantità di terreno e acqua.
Lo spreco metabolico di cibo
Nella ricerca, portata avanti dal Professor Mauro Serafini, Elisabetta Toti e Carla di Mattia, sono state prese in considerazione le sette regioni della FAO (Food and Agriculture Organization): “Europa, Nord America e Oceania, America Latina, Africa sub-sahariana, Asia industrializzata, Nord Africa, Asia occidentale e centrale e Asia sud-orientale“. Per ognuna di queste regioni, è stato stimato l’indice di peso corporeo prendendo in considerazione parametri come l’indice di massa corporea (BMI) e l’altezza, spalmando l’equivalente calorico tra i diversi gruppi di alimenti disponibili in ogni nazione. Il risultato fornisce la quantità dei cibi extra ingeriti, nonché il loro impatto ambientale, che viene definito da Serafini “spreco metabolico di cibo“. Sul podio degli eccessi Europa e Nord America e Oceania (NAO), rispettivamente a quota 39.000 miliardi di tonnellate e 32.000 miliardi di tonnellate.
Il peso dei kg sull’ambiente
Il dato più inquietante è quello legato alle emissioni di anidride carbonica. Sì, perché all’aumentare dello spreco metabolico di cibo, aumenteranno anche le emissioni. La gran parte delle emissioni, circa il 75%, deriva dalla produzione di alimenti come carne, uova, latte e derivati. Come evidenziato dalla ricerca, Europa, Nord America e Oceania riescono a produrre da sole la quantità di emissioni di tutti gli altri paesi del mondo messi assieme.
Per quanto riguarda invece le cifre sull’utilizzo di terreno e acqua, i risultati sono più difficilmente interpretabili poiché, riporta Focus.it, non tengono conto del tempo durante il quale il terreno agricolo viene sfruttato e non considerano la redistribuzione naturale dell’acqua utilizzata. La stessa fonte riporta anche alcune imprecisioni riguardanti i dati utilizzati, che però sono chiarite dagli stessi ricercatori.
Nonostante ci siano ancora tanti passi avanti da fare, attraverso studi di questo tipo si può comprendere quanto le scelte sulla propria alimentazione possano essere strettamente collegate all’inquinamento.
“Forniamo prove, a livello mondiale, dell’enorme quantità di cibo persa a causa dell’obesità e del suo impatto ecologico – concludono i ricercatori – Ridurre i rifiuti metabolici contribuirà a ridurre i danni sull’ambiente dei modelli alimentari squilibrati attraverso un miglioramento della salute umana“.