È stata diffusa nella giornata di ieri 6 agosto la notizia della morte di Toni Morrison, Nobel per la letteratura 1993 (Barack Obama ha prontamente manifestato il suo cordoglio). La morte dell’autrice porta l’attenzione sull’enorme eredità culturale lasciata dai suoi romanzi.
La scrittrice afroamericana premio Nobel si configurò infatti come una vera voce degli oppressi, riuscendo eccelsamente nell’intento di rievocare, seppure in termini immaginifici, un passato che non è mai stato così presente. Il racconto della schiavitù e della segregazione razziale è il pretesto per la trattazione di tematiche universali, come l’emarginazione e il senso del sé. La sua figura è destinata a rimanere un’ispirazione e una speranza per le giovani donne afroamericane del ventunesimo secolo.
Breve biografia
Toni Morrison (pseudonimo di Chloe Antohny Wofford) nasce a Lorain, Ohio, da una famiglia afroamericana della classe operaia. Si forma prima alla Howard University, dove si laurea in Letteratura inglese nel 1953, e successivamente alla Cornell University. Intraprenderà poi la carriera accademica (tra i suoi studenti si ricorda l’attivista Stokely Carmichael). Nel 1958 sposa Harold Morrison, architetto di origini giamaicane, dal quale avrà due figli e in seguito divorzierà. Nel frattempo lavora come redattrice e critica letteraria, ottenendo la specializzazione in letteratura afroamericana. Il suo esordio come autrice avviene nel 1970, con il romanzo The Bluest Eye, che racconta la triste infanzia di una bambina afroamericana nella città natale dell’autrice.
La scrittrice viene insignita del premio Nobel nel 1993 , la prima donna afroamericana a guadagnarsi l’importante riconoscimento. Alla cerimonia di premiazione tiene un celebre discorso:
“Moriamo e questo potrebbe essere il significato della nostra vita. Ma abbiamo anche il dono della parola. E da questo dipende la valutazione delle nostre esistenze” è uno degli aforismi più memorabili.
I capolavori
L’ opera più celebre della scrittrice premio Nobel, Beloved (Amatissima nell’edizione italiana) è un romanzo storico ambientato durante la Guerra di Secessione, con una trama liberamente ispirata alla vicenda biografica di Margaret Garner, giovane afroamericana che riuscì a sfuggire alla schiavitù rifugiandosi nello stato dell’Ohio: il romanzo vinse il premio Pulitzer nel 1988 e fu adattato per il grande schermo nel 1998, con la regia di Jonathan Demme. Un notevole successo riscuoterà anche Canto di Salomone, romanzo del 1977 che narra la storia di una famiglia afroamericana del Michigan, in un arco temporale compreso tra gli anni trenta e gli anni sessanta del ventesimo secolo.
Agata Virgilio