In Italia i “furbetti del cartellino” non vanno mai in vacanza. Nonostante la Riforma Madia del 2016 abbia cercato di mettere un freno al fenomeno, inasprendo le pene per i dipendenti pubblici truffaldini, con sanzioni disciplinari più dure e il licenziamento in caso di flagranza di reato, non passa giorno senza che venga scoperto qualche nuovo caso.
Gli ultimi due arrivano entrambi dal settore sanitario e riguardano due ospedali, il Cardarelli di Napoli e il San Giacomo di Monopoli.
AVVISI DI GARANZIA A NAPOLI
Nel capoluogo campano sono 62 gli avvisi di garanzia notificati ad altrettanti dipendenti del nosocomio, centralinisti e impiegati, al termine di un’indagine condotta dalla procura di Napoli. Attraverso video e appostamenti, si è scoperto come gli indagati, dopo aver timbrato il badge, lasciassero il posto di lavoro. Secondo le verifiche del commissariato Arenella, in un caso sarebbe stato coinvolto anche un minore, figlio di un dipendente dell’ospedale. Per tutti, accusati di truffa e violazione della Legge Brunetta, il rischio è quello che si arrivi al licenziamento.
ARRESTI A MONOPOLI
All’ospedale di Monopoli sono stati invece i carabinieri a scoprire un vasto giro di assenteismo. Le persone sotto indagine sarebbero 46. Le accuse sono quelle di concorso in truffa aggravata ai danni dello Stato commessa in violazione dei doveri inerenti un pubblico servizio, false attestazioni e certificazioni sulla propria presenza in servizio commesse da dipendente della pubblica amministrazione, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e peculato. Sono state eseguite 13 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, mentre per venti persone è scattato l’obbligo di dimora. In questo caso, sarebbero coinvolti anche diversi medici, almeno 18. A dare il via all’inchiesta, le segnalazioni di alcuni pazienti circa i disservizi nella struttura ospedaliera.
LA LEGGE CONCRETEZZA
Il moltiplicarsi delle truffe ha spinto anche l’attuale governo a ipotizzare nuove misure di contrasto. La Legge Concretezza, voluta dalla ministra della Pubblica Amministrazione Giulia Buongiorno, prevede infatti che i dipendenti statali forniscano le loro impronte digitali al posto del badge per entrare sul posto di lavoro. Basterà questo provvedimento a mettere un freno ai furbetti?
DINO CARDARELLI