Novità sui libri di testo – L’interesse del Ministro dell’Istruzione si sposta sul risparmio delle famiglie; spende però anche una parola per la propaganda politica, ritenuta superflua all’interno del materiale scolastico.
Un argomento scottante che ha forse creato un po’ di confusione e che vale la pena approfondire.
Per quanto riguarda il risparmio sui libri, c’è poco da sottolineare: l’ingente mole di spesa è una realtà e lo sappiamo bene; il colloquio con gli editori serve appunto a questo e si spera si raggiunga finalmente un listino prezzi accessibile.
E la propaganda politica? Bussetti intende lasciare fuori le vedute politiche dai libri di testo, ritenendole invasive per la mente degli studenti: «E’ un tema che non è gestito direttamente dal governo, ma è rimesso all’autonomia scolastica», replica il Ministro. L’obiettivo è evitare l’esternazione di orientamenti politici all’interno delle classi, per quanto possibile, soprattutto se incentivati dagli insegnanti stessi.
Confido nel senso di responsabilità degli insegnanti. La cosa importante è aiutare i ragazzi a ragionare con la propria testa. Ovviamente le eccezioni negative hanno risalto mediatico, ma confido che siano eccezioni; voglio anche aggiungere che oggi, per fortuna, i ragazzi hanno molti più strumenti di una volta per verificare ciò che viene detto loro. E quindi sono meno soggetti a condizionamento
Bussetti vede ragazzi che hanno una “marcia in più” rispetto alle generazioni passate e vorrebbe creare loro un ambiente degno dell’educazione, nel senso più oggettivo del termine. Se da un lato, infatti, il nostro paese ha registrato un calo delle presenze nelle aule, dall’altro si cerca di stimolare il pensiero critico, facendo si che non venga influenzato; un bel modo di migliorare un’atmosfera già critica, anche se resta paradossale essere intervenuti così in ritardo su un argomento del genere. Una cosa è certa: creare un ambiente idoneo è più arduo di quanto sembri, soprattutto considerato l’atteggiamento di alcuni docenti.
E’ sicuramente un periodo difficile per molti di loro, costretti a combattere con l’inefficacia di un Governo incapace di intervenire su casi come l’annullamento di test per ruoli importanti come la dirigenza scolastica. Imbarazzante per un paese che ancora detiene un sistema obsoleto e privo di stimoli, in questo particolare settore. Comprendo certamente l’intento di Bussetti, poiché nulla è più importante dello sviluppo del senso critico; non è da poco pretendere che i ragazzi, già fortemente influenzati dalle proprie famiglie, riescano a farsi una propria idea sulla situazione. E’ altrettanto importante sottolineare che, si, i mezzi per informarsi non manchino, ma che, al tempo stesso, il condizionamento sussista eccome. Chiamarle “eccezioni”, come ha fatto il Ministro, lo trovo piuttosto superficiale; forse è il caso di dare un nuovo sguardo alla realtà sociale che stiamo creando per loro.
Eugenio Bianco