Le vendite di alcol sono in calo grazie al MUP, una misura introdotta nel maggio 2018 e che prevede un prezzo minimo sull’alcol, dopo gli allarmanti dati che erano stati diffusi nel 2016.
Dalle statistiche più recenti è chiaro: il 2018 è stato un anno nero per la vendita dell’alcol in Scozia, che ha visto una diminuzione del 3%. I dati sono stati resi noti dal Servizio sanitario scozzese, che commenta positivamente questo calo, frutto innegabilmente del prezzo minimo per l’alcol introdotto nel maggio dello scorso anno. Il dato in diminuzione, seppure positivo, è comunque relativo, perché riferito al periodo successivo agli anni Novanta, in cui si è avviata la raccolta delle informazioni in questo ambito. La Scozia è comunque il primo paese nel mondo a introdurre una misura di questo tipo.
Tutto merito del rincaro dei prezzi al litro
La legge introdotta in Scozia nel maggio 2018 prevede infatti che il prezzo delle bevande alcoliche non possa essere inferiore a 50 pence per ogni grado di alcol per litro (circa 0,57 €). Il riferimento di base per la legge è il Minimum Unit Pricing, o più semplicemente MUP. Una bottiglia da due litri di sidro, una delle bevande alcooliche più consumate nel Regno Unito, ad esempio, deve costare almeno 5 sterline. Il governo aveva introdotto questa misura per arginare la vendita a basso costo dell’alcol in Scozia.
Ogni scozzese consumava in media 116 bottiglie di vino all’anno
Il progetto all’interno del quale si inserisce questa legge è il MESAS, istituito per controllare il consumo di alcol in Scozia. I dati, però, pur riportando una diminuzione nell’acquisto di alcool, mostrano che il consumo di bevande alcoliche sia tuttora una delle più rilevanti cause di morte prematura nel paese. Si stima infatti che in media muoiano 22 persone ogni settimana per malattie collegate all’abuso di alcol. L’esigenza di intervenire in maniera drastica si era fatta più pressante nel 2016. Dai dati forniti dal servizio sanitario, infatti, era emerso come ogni scozzese consumasse in un anno l’equivalente di 116 bottiglie di vino ( o di 41 bottiglie di vodka o 477 pinte di birra). La quantità faceva riferimento in particolare alla quantità di alcool pure assunto, per un totale annuo di 10,8 litri. La tendenza sembrava in aumento soprattutto in Scozia, con un consumo del 20% in più rispetto all’Inghilterra e al Galles. Questo, poi, si traduceva inevitabilmente in una maggiore spesa pubblica e in problematiche sociali molto gravi, difficili da risolvere senza cercare di erodere la causa a monte.
Una manovra non facile
A seguito di una lunga battaglia tra il tribunale scozzese, la Corte europea di giustizia e la Corte suprema del Regno Unito, il governo scozzese aveva avuto il via libera per l’attuazione del prezzo minimo per l’unità di alcol nel novembre 2017. La Corte suprema del Regno Unito aveva infatti dichiarato la legislazione scozzese sull’unità di alcol come “proporzionata”. Prima di introdurre il MUP, il governo aveva effettuato una consultazione pubblica, tra il dicembre 2017 e il gennaio 2018, per confermare il prezzo proposto di 50 pence per unità di alcol.
Scenari futuri
A ogni modo, bisogna prendere atto che la legislazione MUP contiene una clausola di caducità. Dopo un periodo di sei anni la legislazione scadrà se il Parlamento scozzese non voterà per prolungarla. Oltre a questo, è anche in vigore una clausola di revisione che implica la presentazione di una relazione da parte dei ministri scozzesi al Parlamento scozzese sull’impatto del MUP dopo cinque anni di operatività.
Elisa Ghidini