Negli ultimi 10 anni c’è stato un brusco calo delle nascite.
Nel 2018 sono stati iscritti in anagrafe circa 439 mila bambini, quasi 140 mila in meno al 2008.
Questo e altro è quello che si evince dal Rapporto di demografia annuale dell’Istat che mostra un importante e significativo calo demografico nel Paese. Una situazione che va peggiorando di anno in anno e che per Gian Marco Blangiardo, presidente dell’Istat è “un vero e proprio calo numerico di cui si ha memoria nella storia d’Italia solo risalendo al lontano biennio 1917-1918”.
Secondo l’Istituto nazionale di statistica il 45% delle donne tra i 18 e i 49 anni, non ha ancora avuto figli. Ma coloro che dichiarano che l’avere figli non rientra nel proprio progetto di vita sono meno del 5%.
Anche se , c’è da dire, che i casi sporadici esistono. Basti pensare al recente caso di cronaca di una donna italiana che ha partorito l’undicesimo figlio.
Sempre più persone emigrano fuori dall’Italia
Sempre meno persone fanno i figli anche perché, stando a quanto dimostrato dal Rapporto, i giovani escono dalle proprie famiglie più tardi rispetto al passato, spostando spesso in avanti le tappe di transizione dall’adolescenza allo stato adulto. Per questo più della metà delle persone tra i 20 e i 34 anni si dichiarano celibi, nubile e ancora a casa con i genitori.
E se da un lato i giovani italiani rimangono attaccati sempre più a lungo alle proprie famiglie, c’è un’altra fetta significativa di ragazzi che espatria. Ad oggi, dal 2008 c’è stata una perdita di 420mila residenti e la metà di questi rappresenta la fascia d’età 20-34 anni.
Il calo demografico attutito dalle nascite dei migranti
Secondo i dati Istat al momento sono i migranti ad attutire questa forte diminuzione di nascite in quanto “il saldo migratorio con l’estero, positivo da oltre 40 anni, ho limitato gli effetti del calo demografico”. Infatti dati alla mano nel 2018 sono state 190 mile le nascite da parte di stranieri che vivono in Italia.
“Se fino al secolo scorso la componente demografica ha mostrato segnali di vitalità e ha spesso fornito un impulso alla crescita del Paese anche sul piano economico, oggi potrebbe svolgere, al contrario, un effetto frenante“, ha aggiunto Blangiardo, “Viene da chiedersi se siamo (e saremo ancora) un popolo che guarda avanti e investe sul suo futuro o se invece dobbiamo perlopiù sentirci destinati a gestire il presente”.
Gli italiani invecchiano più tardi
Un lato positivo tuttavia sembra esserci. Gli italiani invecchiano più tardi in quanto il processo di invecchiamento è caratterizzato da un’evoluzione positiva.
Secondo l’Istat tra gli over 65 si osserva una maggiore diffusione di stili di vita e abitudini salutari. Sono infatti aumentate le persone che fanno sport passando dall’8,6% del 2008 al 12,4% del 2018.
Negli ultimi 10 anni sono quindi aumentati gli over85 per un totale di 2,2 milioni. L’Italia insieme alla Francia detiene il record europeo di ultracentenari.
A tal proposito nel Report si legge che nel 2018 “gli uomini possano contare su una vita media di 80,8 anni e le donne di 85,2 anni. Nel tempo i vantaggi di sopravvivenza delle donne rispetto agli uomini si sono ridotti”.