Due giorni fa, il 20 giugno, si è svolta una grande manifestazione a Parigi, di cui in Italia non è giunta notizia alcuna. La manifestazione, organizzata dal collettivo Inter-Urgences e svoltasi di fronte alle Agenzie Regionali della Sanità (ARS), scoppia dopo ben tre mesi di mobilitazione all’interno della Île-de-France.
Iniziata a marzo negli ospedali di Parigi, la sfida del personale paramedico ospedaliero si è estesa in tutta la Francia. Le rivendicazioni riguardano le ingiuste condizioni di lavoro nelle quali si trova a lavorare il personale nei reparti di urgenza.
Scioperi e manifestazioni si sono susseguiti nei mesi scorsi, fino alla visita a sorpresa del ministro della Salute, Agnes Buxyn, all’ospedale St. Antoine di Parigi. Era l’inizio di giugno quando il governo, all’indomani di quella visita a sorpresa, ha annunciato di stanziare 70 milioni di euro da destinare alle richieste del collettivo e provare così a placare il disseminarsi della protesta. Gran parte di questo importo (55 milioni) sarebbe destinato al personale dei servizi di emergenza, esclusi i medici, tramite un premio di 100 euro mensili netti, dal mese di luglio in poi. I destinatari sarebbero 30.000 persone.
Ma le richieste del collettivo erano ben diverse e sono state disattese dal governo. Il collettivo che ieri si è mobilitato ha ribadito le sue rivendicazioni, per le quali non sembra voler scendere a compromessi: 10.000 infermieri addizionali e altri operatori sanitari, un bonus di 300 euro al mese per tutti i paramedici che lavorano nelle emergenze, insieme alla richiesta di fermare la chiusura dei posti letto nei reparti di urgenza.
Nel comunicato stampa del 17 giugno scorso, il collettivo ha dichiarato la volontà di proseguire con lo sciopero nei servizi di emergenza. Nei giorni precedenti, nei 119 servizi di emergenza in sciopero si sono tenute assemblee generali, dalle quali è emersa la stessa osservazione: le proposte del Ministro sono insoddisfacenti rispetto a quanto rivendicato dal collettivo.
La voce di spesa per gli ospedale del 2019 ammonta a 82 miliardi di euro. I 70 milioni promessi dal governo francese rappresentano quindi lo 0,88% di aumento del bilancio complessivo, una cifra irrisoria alla luce della grave crisi che colpisce i servizi di urgenza. Il collettivo critica anche la cifra di 15 milioni proposta per prevenire le difficoltà ‘estive’, che si traduce in 28.600 euro per 524 servizi ospedalieri pubblici e una persona in più al giorno, per 60 giorni, che dovrebbe alleviare le difficoltà che si riscontrano nei periodi di ferie estive. Inoltre, i 100 euro di bonus proposti sono molto lontani dai 300 euro richiesti in prima istanza dal collettivo, che su questo non accetta di scendere a compromessi.
Il collettivo ha così ribadito le sue rivendicazioni. Dopo la protesta di ieri, il prossimo evento nazionale si sta preparando. Per il 2 luglio prossimo è indetto lo sciopero nazionale, al quale i sindacati sono invitati ad aderire. La perseveranza dello sciopero probabilmente porterà i suoi frutti.
Giulia Galdelli