Matteo Salvini contro Roberto Saviano in una faida che non conosce fine.
L’ultimo atto della diatriba tra Salvini e Saviano ha avuto luogo nella mattina di ieri, quando l’attuale Ministro degli Interni ha comunicato, per mezzo di una diretta Facebook, che si apprestava insieme agli organi competenti, a “revisionare i criteri di assegnazione delle scorte”.
Matteo Salvini è ormai noto per essere largo di manica nell’utilizzo dei social network, tuttavia in molti hanno contestato l’utilizzo della piattaforma social per dibattere di un tema tanto delicato.
Il tema, che purtroppo non smette mai di essere terribilmente attuale, pare invece essere motivo di sollazzo per il Leader Leghista. Questi infatti, con tono ironico, esordisce l’intervento mandando “un bacione” allo scrittore Roberto Saviano, che da anni ormai vive sotto protezione.
Saviano e la lotta alla malavita
Saviano, giornalista e scrittore, noto per aver pestato più volte i piedi alla Camorra ed in particolare al clan dei Casalesi, vive ormai da 13 anni sotto una scorta composta inizialmente da 3 uomini e passata poi a 5. Il suo calvario ebbe inizio nel 2006, a seguito dell’aperta denuncia che fece in piazza a Casal di Principe contro i capiclan Francesco Bidognetti, Francesco Schiavone e i loro reggenti.
Sulla sua testa, a detta del pentito Carmine Schiavone, penderebbe una sentenza di morte sentenziata proprio dal noto Clan camorrista. Saviano, che nel corso degli anni ha portato avanti la propria attività di denuncia, si ritrovò addirittura costretto a lasciare l’Italia nel 2008 per sottrarsi al rischio di un attentato che appariva più che concreto.
Nonostante tutto ciò sono diverse le personalità politiche e del mondo dello spettacolo che hanno espresso a più riprese la loro perplessità riguardo l’effettiva necessità di una scorta da parte dello scrittore. Tra queste fila non a caso troviamo proprio Matteo Salvini, fiero portabandiera nella crociata contro Saviano.
La diretta incriminata
I due non sono nuovi a scorribande mediatiche nelle quali si sono numerose volte bersagliati vicendevolmente. L’ultima risale alla mattinata di ieri, quando in diretta su Facebook, Salvini ha chiamato in causa lo scrittore sul tema della revisione delle scorte.
L’ esponente della Lega ha precisato che, data la delicatezza della problematica, non verranno trattati i casi singolarmente, ma verranno bensì rivisti i “criteri generali”. Tuttavia alcuni suggeriscono che l’esternazione del Vicepremier non sia altro che un atto di propaganda dopo la schiacciante vittoria nelle recenti elezioni del Parlamento Europeo.
A tal proposito basti pensare che lo stesso piano era stato già proposto dal Ministro lo scorso 8 novembre e che già nelle scorse settimana sono state revocate alcune scorte assicurate ad ex ministri e parlamentari. Resta perciò un certo grado di perplessità riguardo alla tempistica dell’esternazione.
Una battuta fuori luogo
Per quanto sia ben noto il cattivo sangue che scorre tra Salvini e Saviano, esistono tuttavia dei limiti che potremmo definire quanto meno pericolosi da superare, a maggior ragione se a farlo è un ministro della Repubblica Italiana.
L’utilizzo goliardico dei mezzi di comunicazione e della propaganda è pratica alla quale ci ha abituati Salvini, per quanto stravagante è certamente tollerabile e senz’altro legittima. Tuttavia quando la goliardia sfiora il campo della minaccia velata e la tracotanza rischia di confondersi con l’abuso di potere, si scende allora in un campo minato che cela lo spettro di scenari politici che l’Italia tutta sperava di essersi lasciata alle spalle circa una sessantina di anni fa.
Emanuela Ceccarelli