Il primo passo verso la costituzione del Consorzio Olio Igp Sicilia è stato appena compiuto, a Partinico.
A un mese esatto dal riconoscimento, da parte dell’Ue, del marchio Igp si procede ora a passo svelto verso la nascita del Consorzio Olio Igp Sicilia. Sono date importanti, queste, per la regione. Una sorta di riscossa di un comparto, quello olivicolo, che produce ben 350 mila tonnellate di olive l’anno, 50 mila le tonnellate di olio, pari al 12% della produzione nazionale, per un totale di 160 milioni di euro. Dell’olio prodotto il 15% è destinato all’autoconsumo, il 45% al mercato regionale, il 30% a quello nazionale e solo il 10% all’export.
L’olio di oliva, autentico oro verde, da tempo immemore intreccia le proprie radici con la storia di Sicilia. Furono i Fenici ad introdurre l’olivicoltura in Grecia, tra il IX e l’VIII secolo a. C. Leggenda vuole che fosse poi la dea Cerere a insegnare al siculo pastore Aristeo la coltivazione dell’olivo – albero sacro a Minerva (dea della sapienza e della salute) – e la spremitura dell’olio.
Quella siciliana è la seconda Indicazione Geografica Territoriale, dopo la prima riconosciuta dall’Unione alla Regione Toscana, ottenuta attraverso un iter lungo e non facile. Forti di questo risultato, a un mese esatto, lo step successivo, alla Real Cantina Borbonica dove la delegazione palermitana della Confederazione italiana agricoltori ha fortemente voluto l’idea del consorzio.
Un itinerario che unisca in un solo organismo tutto l’indotto siciliano – dai produttori, ai frantoi, agli imbottigliatori – per poter sfruttare al meglio il prestigioso riconoscimento europeo, e rafforzare il brand Sicilia all’estero. C’erano tutti a Partinico. Dall’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici al presidente Cia di Palermo, Antonino Cossentino.
Dopo il riconoscimento europeo, ci si aspetta ora che la Regione, attraverso il Psr, sostenga i produttori. In che modo? Promuovendo l’eccellenza, puntando su ricerca e sviluppo. Facendo lavorare sinergicamente l’intera filiera. “I criteri che abbiamo impresso al nuovo Psr puntano a favorire l’aggregazione tra i produttori, la chiusura della filiera, la tracciabilità e soprattutto una strategia condivisa da tutto il comparto che guardi ai mercati internazionali”, ha rassicurato l’assessore Cracolici.
La Sicilia torna ad essere ambasciatore di qualità e buon cibo? Pare che i requisiti ci siano proprio tutti. L’olio sarà prodotto, molito e imbottigliato in Sicilia e questo, a detta del presidente del Comitato Olio Igp Sicilia Maurizio Lunetta, sarà la vera garanzia di qualità e tracciabilità, soprattutto in relazione all’accordo con la Tunisia, che consentirà l’ingresso in Europa di quantitativi di olio senza dazi.
Alessandra Maria