La situazione nelle province italiane secondo i dati dell’osservatorio statistico
I dati elaborati dall’Osservatorio Statistico dei Consulenti del lavoro su base Inail dicono che nell’ultimo biennio, il 2017-2018, “il maggior numero di infortuni mortali di lavoratori si registra nella provincia di Crotone (6,3 ogni mille) e, a seguire, nelle province di Isernia (5,9%) e Campobasso (4,7%)“. Il Sud quindi è in cima nella frequenza degli incidenti sul lavoro con esito mortale,
“probabilmente”, dicono gli esperti, “per la scarsa attenzione alle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro e per la maggiore concentrazione delle occasioni di lavoro nei settori a rischio (agricoltura e costruzioni).”
Invece, le percentuali di incidenti a Bologna (1,2%) e Milano (0,88%) sono di gran lunga inferiori alla media nazionale. In totale, sono stati 641 mila lavoratori a subire incidenti sul lavoro nel 2018. Si stima che 1,8 infortuni su mille hanno comportato la morte del lavoratore: occupano uno spazio significativo, nell’ultima statistica, gli eventi che per le tabelle sono “plurimi” quali il Ponte Morandi. In occasione di quella tragedia, i decessi registrati dall’Inail nel 2018 sono arrivati a 1.133 (786 in occasione di lavoro) e rispetto al 2017 si è registrato un balzo (+10%), mentre per gli incidenti sul lavoro si è visto un aumento di 5.828 denunce (+0,9%). Catastrofi come quella del ponte Morandi dello scorso agosto o del più recente incendio di Notre Dame in Francia, se vogliamo allontanare lo sguardo, fanno riflettere sulla sicurezza, spesso precaria, in ambienti di lavoro e presso grandi strutture. Questi, infatti, si ritrovano a essere poco sorvegliati nonostante la loro centralità. La riflessione, oltre che spontanea, è dovuta: il 28 aprile è la Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro, indetta dall’Ilo (International Labour Organization) proprio per richiamare l’attenzione a livello mondiale sulla necessità di garanzie in sicurezza negli ambienti di lavoro.
Oltre agli incidenti, i lavoratori si portano a casa anche le malattie “professionali”
Nel 2018 si segnalano 9 province per l’incidenza dei tumori sul totale delle malattie professionali, nel 70% dei casi provocati dall’amianto. Di queste, 7 si trovano nel Nord Italia (in testa fra esse Gorizia, seguita da Torino, Novara e Milano).
Analizzando i settori produttivi collegati alle cause tumorali (chimico, petrolchimico e lavorazioni di gomma e plastica), il 71% dei lavoratori del settore metalmeccanico sono più esposti al rischio di contrarre un tumore durante l’attività lavorativa. Ma è a Taranto che spetta il triste podio da vincitore, dove infatti il 70% dei tumori denunciati è correlato al settore metalmeccanico e, più direttamente, al mega impianto siderurgico ex-Ilva, da tempi recenti “ArcelorMittal”. Quest’anno, per la prima volta, anche le sedi italiane di ArcelorMittal hanno partecipato all’Health and Safety day, con campagne informative e dimostrazioni pratiche in situazioni di pericolo. Forse ancora con ritardo, le stesse sedi italiane parteciperanno a una diminuizione di infortuni e malattie dovute al lavoro.
Francesca Santoro