Sri Lanka: nella mattinata di Pasqua una serie di attacchi esplosivi ha colpito tre chiese e tre hotel frequentati da stranieri. Una settima esplosione è avvenuta fuori dalla capitale. Il bilancio provvisorio è di circa 200 morti, di cui almeno 35 stranieri, e più di 500 feriti. Nessuna rivendicazione.
Questo giorno di Pasqua in Sri Lanka è stato rovinato dal sangue. Questa mattina, infatti, sei esplosioni coordinate hanno colpito tre chiese cristiane e tre hotel nella capitale Colombo e in altre città limitrofe. In Sri Lanka, infatti, la minoranza cristiana è inferiore all’8% della popolazione totale ed è stata spesso oggetto di attacchi di vario genere, più di 60 nel 2018. Gli hotel attaccati, lo Shangri-La, il Kingsbury Hotel e il Cinnamon Grand, sono strutture prevalentemente frequentate da turisti stranieri. In aggiunta, una settima esplosione ha interessato la periferia della capitale dello Sri Lanka.
L’unità di crisi della Farnesia si è attivata immediatamente, insieme all’ambasciata italiana in Sri Lanka, per verificare la presenza di nostri concittadini. Il bilancio è in aggiornamento, ma sembra essere una vera ecatombe: circa 200 morti e più di 500 feriti.
Ancora nessuna rivendicazione per le esplosioni ma nei giorni scorsi le autorità del paese avevano diramato un allarme riguardante il rischio di attacchi terroristici. Secondo fonti di intelligence straniere, infatti, il gruppo radicale islamico National Thowheeth Jamàath (Ntj) stava pianificando di compiere attacchi suicidi contro chiese importanti e contro la rappresentanza diplomatica indiana a Colombo.
Il Primo Ministro dello Sri Lanka, Ranil Wickremesinghe, ha convocato il Consiglio di Sicurezza e su Twitter ha annunciato: “Condanno fermamente i vili attacchi di oggi contro il nostro popolo. In questo tragico momento invito tutti gli abitanti dello Sri Lanka a rimanere uniti e forti. Vi prego di evitare di diffondere notizie non verificate e speculazioni. Il governo sta adottando misure immediate per contenere la situazione”. Tra tali misure, il governo ha deciso di sospendere proprio l’uso dei social network, il principale vettore delle “fake news”.
La situazione è ancora in aggiornamento e dovrà essere chiarita con precisione. Ad ogni modo, è doveroso condannare e provare disgusto per un’azione del genere, condotta proprio in un giorno di festa e pace.
Matteo Taraborelli