Nella notte tra il 14 e il 15 aprile del 1912, il Titanic consegnò all’umanità una delle più grandi tragedie della storia. Definita come la nave inaffondabile, è divenuta invece famosa per la collisione con un icerbeg che causò la morte di circa 1500 persone.
Quello che non tutti sanno è che la nave Titanic non era figlia unica, ma aveva due sorelle, l’Olympic e la Britannic, che condivisero con lei lo stesso triste destino.
E che la storia di queste tre navi ha un comune fil rouge di nome Violet Jessop.
Violet Jessop nell’arco di cinque anni riuscì a sopravvivere a ben tre naufragi, quelli delle navi sorelle della famosa compagnia di navigazione White Star Line, che costruì dapprima l’Olympic, poi il Titanic e infine la Britannic.
La “hostess del Titanic” ebbe un approccio molto prematuro con la morte; quando era ancora una bambina si ammalò di tubercolosi e i dottori la diedero per morta. Sopravvisse miracolosamente, ma i genitori non ebbero la sua stessa fortuna, perciò rimase sola a dover mantenere nove fratelli. Per questo cominciò a lavorare ad una età molto giovane, fino ad entrare presso una delle più prestigiose aziende dell’epoca, appunto la White Star Line. La compagnia navale, nel 1907, decise di dare vita ad un progetto mai realizzato prima: la costruzione di tre grandi transatlantici che avevano il compito di trasportare più di quattromila persona dall’Europa all’America. Le tre navi dovevano essere, in ordine: l’Olympic, il Titanic e il Gigantic, poi ribattezzato Britannic a seguito del disastro della nave precedente.
I tre incidenti navali vissuti da Violet Jessop
Violet iniziò a lavorare a bordo dell’Olympic come cameriera, riuscendo così a mantenere i suoi nove fratelli e la madre invalida. Ma nella notte del 20 settembre 1911, la nave entrò in collisione con l’HMS Hawke, l’incrociatore della Royal Navy inglese. Non ci furono vittime, ma entrambe le imbarcazioni ne uscirono distrutte.
Presa dalla paura, pensò di lasciare questo lavoro ma la compagnia le propose un’offerta nettamente migliore, di lavorare sul Titanic. Sarebbe diventata una hostess e avrebbe guadagnato molto di più, dovendo servire le cabine della prima classe. Sebbene tentata ad abbandonare, l’idea di partecipare ad un’impresa di tale calibro la convinse ad accettare il lavoro. Come è noto, la notte tra il 14 e il 15 aprile 1912 il Titanic si scontrò con un iceberg ed affondò. Essendo di origine argentina, avvertì in spagnolo le persone della terza classe che non capivano lo spagnolo e poi fu accompagnata insieme alla prima classe presso le scialuppe. Così si salvò per la seconda volta.
Successivamente Violet passò dei mesi bui, cercando di dimenticare gli orrori vissuti in quella notte, quando assisté alla morte di più di 1500 persone. Nonostante ciò, l’amore che provava per il mare la richiamò. Era già scoppiata la prima guerra mondiale e la Gigantic, ribattezzata in Britannic dopo il disastro del Titanic, venne convertita in uno ospedale e mezzo di trasporto dei feriti. Quindi Violet divenne un’infermiera della Croce Rossa. Tuttavia, il 21 novembre 1916, nel mar Egeo una mina colpì lo scafo del Britannic, e morirono 29 persone. Violet si gettò in mare, evitando così di finire tra le pale del motore in cui venne distrutta la scialuppa su cui era a bordo.
Anche dopo questo episodio, Violet Jessop decise di continuare a lavorare nel settore marittimo per i successivi quarant’anni. Fortunatamente quello della Britannic fu l’ultimo incidente in cui fu coinvolta. Morì a ottantaquattro anni, dopo aver scritto le sue memorie di naufraga ed essere sopravvissuta alle gemelle della White Star Line. Fortunata o estremamente sventurata?
Serena Fenni