La Premier Theresa May non sembra pronta ad arrendersi, si aggrappa alla speranza di un quarto voto per l’accordo Brexit.
Stando a quanto riportato dai media britannici, foti vicine a Downing Street affermano che Theresa May è intenzionata a richiedere un quarto voto alla Camera sull’accordo Brexit. Dopo la votazione del 29 marzo le speranze della Premier sono state rinnovate: lo scarto per la bocciatura è sceso da 203 voti a 58, per questo motivo la donna più influente d’Inghilterra ha deciso di non dimettersi e proseguire con i suoi intenti.
Il tempo comincia però a stringersi: l’offerta dell’Unione Europea di rinviare l’uscita al 22 maggio è ormai decaduta. A Londra resta quindi fino al 12 aprile per prendere una decisione in merito alla sua posizione nella Comunità UE.
La strategia del Governo
Stando a quanto riportato dalle fonti vicine a Downing Street il Governo vorrebbe provare a riproporre l’accordo in un ballottaggio la prossima settimana a Westminster. Anche Laura Kuenssberg, la political editor della Bbc, è dell’idea che Theresa May voglia tentare una quarta votazione, ma avverte: “Il cerchio si stringe”.
Le prime reazioni da Londra
Il sindaco di Londra, intervistato da Repubblicai, ha definito un disastro il piano della Premier Tory e rilancia l’ipotesi di un nuovo referendum. Sadiq Khan ritiene che ci siano tutte le condizioni per indire una nuova consultazione popolare: “Molti deputati hanno cambiato idea, così come alcuni membri del governo May: perché i cittadini non avrebbero potuto cambiare idea?“ afferma ai microfoni di Repubblica.
Secondo il Primo Cittadino se il Parlamento non dovesse riuscire a uscire dall’impasse la decisione dovrebbe tornare in mano ai cittadini. Le proposte di Khan sono due: nuove elezioni generali o un referendum triplo. In quest’ultimo caso i cittadini sarebbero chiamati a votare un’alternativa tra tre proposte: il piano May, un piano alternativo votato dalla Camera di Comuni, restare nell’UE.
Nel caso in cui i cittadini dovessero optare per il No Deal il Governo avrebbe la possibilità di revocare l’articolo 50, revocando in tal modo la Brexit.
Emanuela Ceccarelli