La Nuova Zelanda cambierà la legge sulle armi in seguito all’attentato in due moschee di Christchurch, dove sono morti 50 fedeli.
A comunicarlo è stato il primo ministro neozelandese, Jacinda Arden che non ha dato maggiori informazioni in merito ma ha assicurato che le modifiche verranno rese note entro 10 giorni dalla mattanza avvenuta il 15 marzo. A uccidere tutte queste persone e a lasciarne altre in fin di vita è stato Brenton Tarrant, un estremista neozelandese di 28 anni che aveva comprato diverse armi semiautomatiche in vista di questa strage.
“Abbiamo preso una decisione come governo, siamo uniti”, ha dichiarato Arden insieme a Winston Peters, vicepremier e partner nella coalizione di governo laburista.
L’uso delle armi in Nuova Zelanda
Una strage che ha mosso l’opinione pubblica di tutto il mondo e anche quella neozelandese da sempre molto ‘libera’ sul possesso delle armi. Infatti nel Paese basta avere 16 anni per comprare la prima pistola e 18 per un’automatica in stile militare. Inoltre si possono tenere in casa un numero illimitato di armi basta fare una visita medica e avere una fedina penale pulita.
Nonostante la Nuova Zelanda sia piuttosto tollerante in merito a questa tematica non ha avuto grandi episodi di violenza come quello di qualche giorno fa. Non si può dire la stessa cosa, invece, per gli Stati Uniti dove è ancora possibile acquistare pistole e fucili nei centri commerciali e la cronaca ci racconta spesso drammatiche stragi all’interno di scuole o di cinema.
Tuttavia questa realtà sembra che presto, anche negli Usa, potrà cambiare.
“La realtà è che dopo le 13 di venerdì il nostro mondo è cambiato per sempre e le nostre leggi faranno lo stesso” ha dichiarato Peters.
Il partito di Peters, New Zealand First, da sempre si era opposto alla stretta sulle armi e ora più che mai ha dato sostegno totale alle riforme.
La tradizione delle armi in Nuova Zelanda
La Nuova Zelanda è un Paese conosciuto in tutto il mondo per i suoi paesaggi e per il rugby ma anche perché ha un altissimo numero di cacciatori.
Tanto vero che nel Paese si era già provato a cambiare tre volte, nel 2005, 2012 e nel 2017, la legge sulle armi, avanzando proposte restrittive ma senza successo visto il pugno duro delle lobby di settore.
Tutti uniti per la nuova legge sulle armi
Qualcosa però questa volta sembra essere cambiato visto che dopo l’attentato anche chi non era d’accordo con nuove leggi sulle armi vuole fare dietrofront e rivedere le norme. Primo fra questi il presidente del partito nazionalista e populista, New Zealand First, Winston Peters, il quale ha dichiarato: “Dopo che il nostro mondo è cambiato per sempre, e così faranno le nostre leggi”.
Nel frattempo c’è chi ha deciso di interrompere la vendita di armi semiautomatiche come il sito di aste online neozelandese, TradeMe. L’amministratore delegato Jon Macdonald ha detto di aver visto l’opinione pubblica cambiata e che la decisione verrà rivista una volta che la nuova legge sarà approvata.
Eleonora Spadaro