Un recente studio della Banca Mondiale svela un dato molto interessante e significativo in merito al gender gap. Lo squilibrio tra i diritti uomo-donna persiste e lo studio in questione si pone l’obiettivo di rendere noti i Paesi in cui l’uguaglianza di genere è una realtà concreta. A livello mondiale, emergono solo 6 Paesi: Belgio, Danimarca, Francia, Lettonia, Lussemburgo e Svezia. Solo qui sembrerebbe verificarsi una parità pressoché assoluta tra uomo e donna.
Lo studio si basa su un indice ben preciso, che si configura come il risultato di una raccolta dati avvenuta nell’arco di 10 anni in 187 Paesi. Da ciò deriva l’assegnazione di un punteggio che va da 0 a 100, il cui estremo (100) sta ad indicare il livello massimo della riduzione del gender gap.
Ebbene, l’Italia in che posto figura? In fondo alla classifica Ue troviamo il nostro Belpaese, nello specifico al 21esimo posto.
Non si direbbe, eppure c’è qualche progresso che viene sottolineato attraverso questo studio: sembrerebbe che la media globale sia migliorata, passando da 70 a 75, in relazione all’indice sopra indicato.
E gli altri Paesi?
Riforme su riforme, leggi e regolamenti sono state introdotti in circa 131 Paesi affinché i diritti uomo-donna fossero riequilibrati. Lo studio sottolinea, inoltre, che in 35 Paesi nel mondo si è concretamente intervenuti contro le molestie sessuali sul posto di lavoro.
Il rapporto indica che i progressi maggiori si sono verificati in Asia meridionale, nonostante l’indice sia considerevolmente basso (58,36). La situazione cambia se ci spostiamo in Medio Oriente e Nord Africa, luoghi in cui l’indice si abbassa fino a 47,37 secondo la Banca Mondiale.
In merito ai diritti uomo-donna, va messo in evidenza un altro dato allarmante: ben 56 Paesi non sono cambiati nell’arco di 10 anni. Il loro indice dunque non ha subito alcun cambiamento, dato significativo che lascia perplessi nella consapevolezza che ad oggi molte donne sono ancora sottoposte a leggi discriminatorie.
Questi dati mettono in evidenza una situazione delicata e complessa secondo cui l’universo femminile è ancora penalizzato a livello di identità di genere. Lo studio considerato riporta anche dei passi in avanti, ma restano pur sempre troppo timidi e poco incoraggianti.