Il senatore statunitense Bernie Sanders ha annunciato ieri la sua candidatura per le presidenziali del 2020.
Sanders si presenterà alle primarie del Partito Democratico per la seconda volta, dopo essere stato sconfitto nel 2016 da Hillary Clinton. Tuttavia, oggi Sanders affronta uno scenario politico e sociale nettamente cambiato.
Senatore per lo stato del Vermont dal 2013, Bernie Sanders non è mai entrato ufficialmente a far parte del Partito Democratico. Ha sempre preferito definirsi un socialista democratico indipendente.
Durante la sua campagna, Sanders ha iniziato una rivoluzione che, sebbene non gli sia valsa la carica, si è fatta strada nella società, specialmente fra giovani e minoranze. L’asse del partito si è spostata verso sinistra e si è affermato un progetto politico che fino a poco tempo fa sembrava impensabile negli Stati Uniti.
Sanità, educazione e ambiente
Nel suo programma, pressoché invariato durante tutta la sua carriera politica, il senatore settantasettenne sostiene la necessità di avere nel paese cure mediche accessibili a tutti e si batte per la gratuità delle università pubbliche. Richiede una paga minima di 15 dollari all’ora, riforme ambientali e tassazioni più alte per i cittadini più facoltosi. Un manifesto politico di questo tipo fu giudicato “radicale” ed “estremo” tre anni fa, ma ora sempre più americani sembrano sostenerlo.
Millennials e socialismo
Il panorama elettorale si è modificato in questi anni, così come il volto del Partito Democratico. Nel 2016 Sanders ricevette più voti dai giovani di quanti non ne riscossero insieme Hillary Clinton e Donald Trump. Da quel momento si è andata a delineare sempre più una generazione di nuovi elettori vicini al socialismo che stanno ridisegnando il partito.
Senza Bernie Sanders difficilmente le elezioni di metà mandato avrebbero visto il trionfo di così tante donne ed esponenti di minoranze etniche, religiose o di orientamento sessuale. Probabilmente la socialista Alexandria Ocasio-Cortez, la più giovane donna mai eletta nel Congresso, non sarebbe diventata un tale fenomeno mediatico. Forse millennials e socialismo non sarebbero diventati il nuovo binomio protagonista delle reti sociali.
Rivoluzione politica
In questo contesto Sanders non si presenta più come candidato marginale del Partito Democratico, ma come il favorito che rappresenta la fazione più a sinistra tra i democratici. Sanders è il politico indipendente che più a lungo ha servito nel Congresso. In quanto tale ha attirato le critiche anche di molti democratici, che lo hanno accusato di aver diviso il partito e l’elettorato con il suo programma divergente, contribuendo in tal modo alla sconfitta di Clinton.
Tuttavia, il progetto progressista di Sanders non ha alcuna intenzione di adagiarsi sullo status quo del Partito Democratico. “Insieme, voi ed io e la nostra campagna, abbiamo iniziato una rivoluzione politica nel 2016. Ora è giunto il momento di completare quella rivoluzione e istituire quella visione per cui abbiamo lottato”, ha scritto nella sua lettera di candidatura.
“Ci scontriamo contro un presidente patologicamente bugiardo, fraudolento, razzista, sessista, xenofobo e una persona che sta minando la democrazia americana, guidandoci in una direzione autoritaria”, ha aggiunto Sanders. “Ma questa volta vinceremo”.
Annalisa Girardi