Ladri di biciclette: ritorna al cinema, a distanza di settant’anni, il film forse più emblematico del Neorealismo italiano in versione restaurata.
L’appuntamento, anticipato già da qualche proiezione-evento come quella dello scorso anno al Festival del cinema di Cannes, ci è offerto dalla Cineteca di Bologna che ha lavorato al progetto Il Cinema Ritrovato. Al cinema, per la distribuzione dei classici restaurati. Il restauro è stato realizzato dal laboratorio L’Immagine Ritrovata insieme con Compass Film di Stefano Libassi, in collaborazione con Arthur Cohn, Euro Immobilfin, Artedis, e con il sostegno di Istituto Luce-Cinecittà.
Il film, lo ricordiamo, venne riconosciuto all’unanimità come capolavoro senza tempo, già all’epoca, quando fece incetta di riconoscimenti tra cui l’Oscar nella sezione “miglior film straniero” nel 1950. Opera del binomio De Sica-Zavattini (del quale ricorrono i 30 anni dalla scomparsa, avvenuta il 13 ottobre 1989), oltre che delle firme di Oreste Biancoli, Suso Cecchi d’Amico, Adolfo Franci, Gherardo Gherardi, Gerardo Guerrieri.
I due autori che hanno saputo interrogarsi sullo stato di realtà di quegli anni difficili, di un Paese sfrangiato dai lasciti della guerra e della miseria, ma che, piuttosto che girarsi comodamente di spalle, lasciandosi assefuare da generi in voga come la commedia, il romanticismo o la classicità del cinema hollywoodiano ha ritrovato le sue radici. Ci si ritrova in un cinema fatto di sospensione sensoriale, lontano da concatenazioni canoniche e sconvolgente nella sua essenzialità.
In quei pochi anni, con autori del calibro di Roberto Rossellini, Luchino Visconti, Giuseppe De Santis, oltre ovviamente ai sopra citati De Sica e Zavattini e tanti altri registi, grazie ai coraggiosi produttori di quel tempo, a riviste come Cinema, alla nascita di poli culturali come il centro sperimentale di Roma, si devono film rivoluzionari, attraverso cui la cinematografia divenne avamposto di rinnovamento sociale e artistico contro l’oscurantismo di certi anni.
Non resta quindi che darvi appuntamento al cinema con uno dei più grandi capolavori “ritrovati” di sempre, che il teorico francese Andrè Bazin ha definito:
“il centro ideale attorno a cui si snodano le grandi opere di quel tempo“.
Aspettando poi il prossimo Dicembre per ricordare Cesare Zavattini, a 30 anni dalla scomparsa, la Biblioteca Panizzi e la Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia stanno lavorando a una serie di iniziative in programma proprio a dicembre 2019: un convegno e una mostra che raccoglierà materiali documentari e iconografici custoditi alla Biblioteca Panizzi.
Claudio Palumbo