Sul sito del prestigiosissimo Salk Institute è apparsa notizia di una scoperta che rovescia le convinzioni precedenti su un importante processo cellulare, l’autofagia cellulare previene il cancro, la ricerca è stata pubblicata su Nature.
L’argomento è molto complesso, ma può essere riassunto in maniera schematica chiarendo pochi semplici punti: cosa è l’autofagia cellulare, cosa sapevamo di questo processo e cosa abbiamo scoperto ora sulle sue funzioni, qual è il meccanismo che attiva la sua attività preventiva dello svilupparsi di tumori.
L’autofagia cellulare è un processo di sopravvivenza delle cellule non di (auto)soppressione, questo è quello che sapevamo, serve ad eliminare e riciclare componenti cellulari degradati.
In maniera assolutamente sorprendente la ricerca del team del professor Jan Karlseder (il terzo da sinistra nella foto) ha scoperto che l’autofagia in alcune condizioni è invece un meccanismo di morte cellulare che elimina cellule mutate prima che si sviluppi un cancro.
Adesso arriva la parte da capire: nel nostro corpo la riproduzione cellulare per scissione è un processo incessante ma non incontrollato, ogni volta che una cellula si divide in realtà non otteniamo una copia esatta, qualcosa cambia, delle strutture poste all’estremità dei cromosomi dette telomeri si accorciano. I telomeri hanno una funzione importantissima di protezione dei cromosomi, impedendo che si fondano con cromosomi vicini o che si deteriorino, nell’articolo divulgativo con un’efficace analogia i telomeri vengono accostati alla funzione che hanno quei terminali di plastica posti alle estremità dei lacci da scarpe. Quando i telomeri a forza di accorciarsi diventano troppo corti parte quindi un segnale che dice alle cellule di smettere di replicarsi, mentre le cellule con i telomeri troppo corti (e quindi il DNA esposto al rischio di danni) entrano in uno stato detto crisi che si risolve in una morte generalizzata di queste pericolose cellule danneggiate messa in atto da vari processi tra cui il più conosciuto è l’apoptosi (o morte programmata).
I ricercatori sono stati molto sorpresi di scoprire che in questi casi di morte di cellule in stato di crisi il meccanismo che entra in funzione ed effettivamente compie l’uccisione è invece l’autofagia proprio nel caso in cui il difetto stia nei telomeri. Karlseder e i suoi collaboratori hanno introdotto dei difetti nelle cellule, quando il difetto veniva introdotto nelle regioni centrali dei cromosomi si attiva il meccanismo dell’apoptosi, nel caso in cui il difetto veniva introdotto alle estremità si attivava la morte per autofagia.
Considerato che alcuni trattamenti volti a frenare la crescita del cancro mirano a bloccare il processo (ricordate abbiamo detto che finora l’autofagia era conosciuta come processo di sopravvivenza cellulare) la nuova ricerca pone dei dubbi non insignificanti su questa strategia, forse pensavamo di impedire la crescita del tumore e invece lo stavamo proteggendo.
Fonte immagine: www.salk.edu
Roberto Todini